ESTATE
Andamento dell'Estate in Italia
La diversa distribuzione della
radiazione solare sulla Terra, la rotazione del pianeta intorno al Sole, il
suo moto di rivoluzione sul piano dell'eclittica sono gli instauratori dei
cicli stagionali. Questi, a loro volta, insieme agli effetti causati dalle
vaste distese oceaniche e dalla presenza di rilevanti barriere montuose
concorrono a determinare tipiche distribuzioni della pressione atmosferica al
livello del mare che i meteorologi chiamano centri d'azione della circolazione
atmosferica globale. Per farsi un'idea del comportamento stagionale di una
certa regione bisogna prendere in considerazione sia i sistemi di pressione
atmosferica, tipici di una data stagione, in grado d'influenzare sotto il
profilo dinamico i caratteri climatici della regione in studio, sia
avvalendosi del contributo delle scienze statistiche, per ottenere in questo
caso una visione puramente statica, ma pur sempre utile, del clima stagionale
della stessa regione. Sotto questo duplice aspetto abbiamo già trattato in
precedenti fascicoli di questa rivista l'autunno, l'inverno e la primavera.
L'aspetto dinamico della
stagione estiva in Italia
La carta meteorologica di
riferimento del periodo estivo è per l'occasione quella della distribuzione
globale della pressione atmosferica media al livello del mare, del mese di
luglio. Una carta meteorologica che, per essere centrata nel bel mezzo dell'estate, può ritenersi la più
idonea ad evidenziare i centri d'azione più importanti della stagione in
studio.
La mappa rappresenta, ovviamente, lo stato medio della circolazione
atmosferica e non pone perciò in evidenza le temporanee variazioni che si
verificano allorché prevalgono sull'azione dell'anticiclone delle Azzorre,
temporanee irruzioni di aria fredda dall'Alto Atlantico o dal Nord-Europa,
nell'ambito del transito di depressioni mobili delle medie latitudini.
In circostanze del genere si manifestano quelle più o meno brusche modifiche
alla circolazione che quantunque limitate nel tempo - solitamente non più di
una settimana -costituiscono una pausa, spesso gradita, tra una ondata e
l'altra del gran caldo estivo. In estate, prevalendo nel complesso le azioni
dirette dell'anticiclone delle Azzorre, il tempo sul Mediterraneo, e di
conseguenza quello sull'Italia, si identifica con quella quiete estiva che si
instaura proprio quando la pressione atmosferica risulta uniformemente
distribuita su una grande estensione geografica.
E' il periodo dell'assenza di vento sulla Valpadana e delle brezze lungo i
litorali della nostra penisola. A causa della debole circolazione
an-ticiclonica, l'aria nei bassi strati si arricchisce di vapor d'acqua
lambendo i mari che quasi per intero bagnano il nostro paese, mentre rimane
secca ai livelli superiori, e sempre più calda di giorno in giorno a causa
della subsidenza. Ciò spiega perché il gran caldo anticicloni sia all'inizio
torrido, ma dopo alcuni giorni afoso o addirittura opprimente. Il dominio
dell'alta pressione determina quello stato del tempo che contribuisce ad un
forte soleggiamento e di conseguenza ad un aumento delle temperature
dell'aria, in modo speciale quelle comprese tra l'ultima decade di luglio e la
prima di agosto. Un rialzo termico è particolarmente avvertito nella
Valpadana centro-orientale, in Puglia e lungo i litorali della Calabria e
della Sicilia a causa di favorevoli condizioni ambientali e per una
particolare natura dei suoli.
La stessa carta della distribuzione media della pressione al livello del mare
mette in evidenza la circolazione del monsone estivo dell'Asia sud-occidentale
- un altro centro d'azione in grado d'influenzare lo stato del tempo, per gran
parte della stagione, sul bacino orientale del Mediterraneo, talvolta anche su
quello centrale.
La circolazione messa in atto da questi due grandi centri d'azione -l'anticiclone
delle Azzorre e il monsone estivo dell'Asia sud-occidentale - non esclude la
possibilità di temporanei passaggi di aria fredda dai passi alpini. In casi
del genere possono innescarsi, specialmente sull'Italia settentrionale, dei
temporali, dovuti sia ad una azione di carattere dinamico, legata cioè al
tipo di moto dell'aria fredda in transito, sia ad un 'azione di carattere
termico, in conseguenza del forte riscaldamento del suolo. Si spiegano così
le grandinate e le eventuali trombe d'aria, all'origine di quei massimi di
precipitazioni estive sulle Alpi, favorite tra l'altro dalla particolare
accidentalità del terreno.
Nel trimestre caldo, dominando sul Mediterraneo l'alta pressione, la fascia
delle cosiddette correnti occidentali perturbate sconfina verso latitudini più
settentrionali, quasi sempre a Nord delle Alpi. Ciò spiega perché
sull'Italia le condizioni del tempo in estate siano prevalentemente
caratterizzate da stabilità atmosferica e dalla quasi assenza di piogge, con
la sola eccezione, come abbiamo detto, delle precipitazioni temporalesche
della zona alpina. Considerando che nel periodo estivo prevalgono le
situazioni anticicloniche, la cui estensione geografica piuttosto rilevante,
si potrebbe pensare a una analogia di comportamenti nello stato del tempo. In
realtà le condizioni locali in Italia modificano fortemente la fenomenologia
che accompagna ogni situazione meteorologica.
Tanto vero che le differenziazioni che contraddistinguono le condizioni
atmosferiche da una regione all'altra del nostro paese sono da considerarsi
spesso più di natura climatica che non di carattere meteorologico vero e
proprio. Per quanto riguarda l'Italia occorre anche tener presente che
nell'ambito della circolazione generale media estiva, oltre all'anticiclone
della Azzorre possono manifestarsi - come abbiamo già accennato - azioni di
disturbo, di breve durata, provocate da centri depressioni transitori, di
modesto ciclo vitale, all'origine di afflussi sul Mediterraneo di masse d'aria
di varia provenienza.
A proposito di azioni di disturbo di breve durata, c'è da ricordare che in
genere, durante la seconda metà del mese di agosto, la circolazione
atmosferica assume, per qualche giorno, caratteristiche anche di forte
instabilità. Si tratta di uno o talvolta due episodi di maltempo, in
successione, nel giro di una settimana, le cosiddette burrasche di ferragosto
-.
Terminate le sfuriate l'estate riprende il suo corso, ma in tono minore, in
grado però di durare anche a lungo, a volte per altre due o tre settimane.
Regime termico e
pluviometrico dell'estate in Italia
Un modo, tra i più semplici per
illustrare l'andamento termico e quello pluviometrico su una certa regione,
riferiti ad un determinato periodo dell'anno è quello di ricorrere
all'impiego dei valori estremi delle temperature (le massime e le minime), i
più indicati per dare un'idea del gran caldo estivo e quello delle
temperature più basse della giornata.
Nel nostro caso le medie pluriennali si riferiscono al venticinquenni
1946-1970 i cui dati a base delle elaborazioni sono quelli delle stazioni
meteorologiche del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica. Le stazioni in
questione sono in massima parte aeroportuali, per cui le temperature, non
risentendo del cosiddetto effetto "isola di calore", tipico dei
centri abitati, sono da considerarsi di un paio di gradi al disotto di quelli
che si sarebbero potuti registrare in città. L'esame comparativo degli
istogrammi in argomento
mostra gli aspetti essenziali delle caratteristiche, sia delle
temperature massime e minime di ciascun mese, sia dei valori mensili delle
precipitazioni. Particolarmente significativo appare il raffronto tra gli
istogrammi relativi alle precipitazioni di alcune località del Nord Italia
con quelli di alcune località del Mezzogiorno e delle due isole maggiori. Il
raffronto mette in evidenza gli alti quantitativi di precipitazioni al Nord,
dove in estate sono frequenti i temporali, la scarsa presenza di piogge invece
nel Mezzogiorno della penisola e soprattutto la quasi assenza di
precipitazioni sulle nostre due isole maggiori che in estate risentono delle
caratteristiche climatiche di tipo desertico-subtropicale.
L'escursione termica, rappresentata dall'area comparsa fra le punte del caldo
e quelle del freddo, nei singoli istogrammi, consente, in un certo qual modo,
di riconoscere le località ad influenza continentale, dove l'escursione
termica è maggiore, dalle località ad influenza marittima, dove l'escursione
termica è minore. Quest'ultimo fenomeno, benché non rappresentato nella
attuale tavolata di istogrammi, è presente anche nelle località di montagna,
al disopra però dei 1500 metri.
Per individuare i giorni del gran caldo estivo bisognerebbe tener conto,
secondo Fea, delle temperature decadali di ciascun mese, in modo da valutare
la radiazione solare, l'umidità, lo stato di purezza e il contenuto idrico
dell'aria; soltanto così si può ottenere un quadro completo dei fattori che
contribuiscono a creare le migliori condizioni per il benessere fisiologico
dell'individuo. Al limite, bisognerebbe tener conto almeno del vento, per il
suo effetto sulle condizioni di benessere fisiologico, proprio perché il
vento facilita la dispersione del calore immagazzinato dal corpo. Nelle
località interessate dalla brezza, tanto per fare un esempio, il disagio del
caldo umido, tipico dei periodi di calme di vento, diminuisce quasi del tutto
con la brezza di mare e si ripresenta soltanto nell'intervallo di tempo che
intercorre tra la caduta della brezza di mare e l'insorgere della brezza di
terra. In assenza di vento, nei mesi di luglio e agosto, l'afa è presente in
tutte le zone costiere e collinari della nostra penisola. Le sole località
che in assenza di vento non sono influenzate dal caldo umido appartengono alla
fascia alpina e prealpina e in generale a un po' tutte le località di
montagna, al disopra dei 700 metri di altitudine. Soltanto in settembre il
disagio fisiologico causato dal caldo umido subisce in Italia una generale
attenuazione. Qualche traccia ne rimane tuttavia lungo la fascia litoranea che
va dalla Toscana al Lazio, lungo le coste pugliesi, lungo i litorali della
Sicilia e nella zona del Sulcis, in Sardegna.
Nelle grandi linee, sempre secondo Fea, allorché la stagione procede senza
eccezioni, la grande calura estiva in Italia, quella che rende insopportabile
il caldo nelle città, vere e proprie isole di calore, ha inizio per primo
sulle regioni che si trovano alla sinistra di una linea immaginaria che
congiunge Trieste con Napoli e con una decina di giorni di ritardo su tutte le
regioni alla destra di quella linea.
Durata del soleggiamento
estivo
Una immagine indiretta della
nuvolosità media sulla nostra penisola, durante i tre mesi estivi, si coglie
dalle tre cartine delle isohele o cartine del soleggiamento .
Nel nostro caso le isohele sono ottenute dai dati della insolazione media
giornaliera del periodo 1965-1974, della rete eliofanografica del Servizio
Meteorologico delì'Aeronauùca. Il minimo di ore di sole nella giornata si
nota sulla chiostra alpina, sulle prealpi e lungo la catena appenninica,
regioni solitamente interessate dalla nuvolosità cumuliforme, ad evoluzione
diurna, durante le ore più calde del trimestre estivo. Altro elemento di
spicco, il massimo d'insolazione nel mese di luglio con 12 ore di sole su 24
su Olbia in Sardegna, e due espansioni di buon soleggiamento, una verso la
Liguria e l'altra verso le isole Eolie. Altro elemento d'interesse, com'era da
aspettarsi, l'incremento generalizzato di circa un'ora e mezza di sole tra
giugno e luglio e un decremento di un'ora tra luglio e agosto. Una
rappresentazione più scientifica dell'influenza del Sole si sarebbe potuta
ottenere attraverso le carte della intensità della radiazione solare globale,
servendosi, in questo caso, dei dati di radiazione della rete pirografica del
Servizio Meteorologico dell'Aeronautica. I dati delle reti pirografiche dei
vari Servizi del mondo sono di grande interesse per l'importanza che essi
rivestono nello studio del bilancio energetico Terra -Atmosfera e per le
pratiche applicazioni di utilizzazione dell'energia solare.
L'estate nelle otto zone
climatiche dell'Italia secondo Rosini
La posizione astronomica della
nostra penisola, caratterizzata dalla notevole estensione latitudinale ,
la sua posizione geografica nel cuore del Mediterraneo, la diversa natura dei
suoi mari, la presenza della chiostra alpina e quella del sistema appenninico,
l'esposizione e la disposizione delle coste, fanno sì che a prescindere da
qualsiasi influenza di natura dinamica o termodinamica, sia il tempo
quotidiano sia il clima in Italia hanno andamenti talmente differenziati da
rendere necessaria una suddivisione del territorio in un certo numero di zone
climatiche.
Zona alpina e prealpina
Le Alpi hanno caratteristiche
diversificate da una località all'altra, sia a causa della differente
altitudine, sia per la diversa esposizione dei versanti, quelli a Nord non
vedono mai il sole, gli altri sono invece sempre esposti, al punto che sui
primi la neve, almeno in vetta, è permanente, sugli altri è già sciolta in
primavera. Sulla zona alpina l'estate spesso molto piovosa e in massima parte
frequentata da una quindicina di temporali, l'escursione termica giornaliera
è piuttosto limitata a causa del fatto che essa beneficia delle correnti
della libera atmosfera, dove non si manifestano ne surriscaldamenti diurni, ne
raffreddamenti notturni da irraggiamento, come accade invece nelle valli.
Inoltre, le brezze di monte e di valle contribuiscono in maniera determinante
a un confortevole soggiorno climatico.
Zona padana
La zona climatica padana
comprende il Piemonte, la Lombardia e l'Emilia, mentre la Romagna e il Veneto
rientrano climaticamente fra il gruppo di regioni dell'Alto versante
adriatico. Sulla Valpadana le temperature estive raggiungono valori assai
elevati, fino a determinare condizioni favorevoli, sia per la formazione di
depressioni termiche che si estinguono al calar della notte, sia per l'innesco
dei cosiddetti temporali di calore. L'escursione termica giornaliera è
notevole, come in tutte le località a clima continentale. I temporali, una
decina nei tre mesi estivi, le trombe d'aria e le grandinate possono
raggiungere forte intensità, specialmente se alla loro formazione vi
contribuiscono apporti di aria fredda in quota. Il clima è più mite sulle
colline del Piemonte e lungo la fascia prealpina, in prossimità del lago
Maggiore, dei laghi di Como e di Lugano, dei laghi di Garda, d'Iseo e d'Idro.
Zona dell'Alto Adriatico
La zona comprende la Venezia
Giulia, il Veneto e la Romagna e giunge fino al confine con le Marche si
affaccia sull'Adriatico, dal Golfo di Trieste fino ad Ancona. Si tratta di una
zona in prevalenza pianeggiante che deve la sua unità climatica alle correnti
di bora oltre che alla presenza del mare. L'estate è gradevole però soltanto
nelle località marine, ma calda e afosa nel Veneto. La parate settentrionale
è montuosa e interessata in estate da sei o sette temporali, talvolta anche
forti, specialmente in caso di irruzioni di aria fredda proveniente dal
versante opposto delle Alpi.
Zona del Medio e del Basso
versante adriatico
Si tratta di una zona che
abbraccia le Marche, l'Abruzzo e il Molise, la Puglia, la Basilicata e la
Calabria ionica, regioni geografiche diverse, ma che beneficiano dell'azione
mitigatrice del mare essendo aperte verso l'Adriatico. Queste regioni sono
invece chiuse alle spalle dalla catena appenninica che oppone uno sbarramento
alle correnti occidentali. Si spiega così il carattere meno mediterraneo
rispetto alle regioni che a parità di latitudine si affacciano sul Tirreno.
In agosto nelle località appenniniche possono formarsi sia temporali di
calore, sia temporali per afflussi di aria fredda, al seguito di perturbazioni
dirette dall'Europa centrale verso i Balcani. I minimi di pioggia in estate si
verificano in Puglia dove le temperature raggiungono spesso i valori più alti
in Italia.
Zona ligure-toscana
settentrionale
La zona ligure e della Toscana
settentrionale costituiscono una entità climatica compresa tra il mare, le
prealpi liguri e l'Alto Appennino. L'estate sulla zona in questione piuttosto
assolata, ma raramente vi si formano temporali di calore. Fenomeni più
vistosi possono verificarsi soltanto con l'ingresso in Mediterraneo di qualche
perturbazione atlantica. Non si può escludere anche in estate qualche caso di
ciclogenesi nel Golfo Ligure. In genere però quando si manifesta è poco
definita, ad evoluzione incerta e le piogge che l'accompagnano in questa
stagione non sono quasi mai estese e persistenti.
Zona dei versanti tirrenici
E' la zona che racchiude la
toscana meridionale, l'Umbria, il Lazio e la Campania. Si tratta di un
complesso di regioni che risentono in modo quasi analogo della circolazione
atmosferica del Tirreno i cui riflessi sul clima variano però a seconda della
conformazione fisica del territorio: clima marittimo lungo la fascia costiera,
clima temperato lungo le valli del Tevere e del Volturno e lungo i versanti
occidentali dell'Appenninico, almeno sino ad una altitudine di 500-700 metri.
In montagna il clima diviene fresco e con deboli sbalzi termici, tra il giorno
e la notte, proprio per questa ragione il clima è particolarmente indicato
per soggiorni rilassanti. I venti sono a prevalente regime di brezza. Nella
stagione estiva, in presenza di eventuali depressioni sul Golfo di Genova o
sull'Alto Tirreno, la circolazione dei venti meridionali che caratterizza il
periodo di sviluppo delle depressioni, aggrava sensibilmente il disagio
dell'afa, specialmente lungo la fascia costiera, troppo lontana dai litorali e
dai monti per beneficiare degli effetti mitiganti dei due sistemi di brezza,
quella marina e quella dei monti.
Zona della Calabria
tirrenica, del Basso Ionio e della Sicilia
La zona ha un particolare tipo
di clima, arido nelle località interne, mitigato soltanto lungo i litorali
dall'azione del mare. Le piogge in estate sono per lo più assenti. Il cielo
è quasi sempre sereno e le temperature elevate. I temporali sono rari e per
lo più limitati ai rilievi dell'Aspromonte. Sui versanti tirrenici le
temperature sono un poco più basse rispetto a quelle che si registrano sui
versanti che si affacciano al Mediterraneo.
Zona della Sardegna
Durante il lungo periodo estivo,
certamente il più lungo rispetto a tutte le altre zone climatiche del nostro
paese, su questa zona il tempo rimane generalmente stabile e soleggiato, con
temperature assai elevate, dall'inizio di luglio fino a quasi tutto agosto. A
parte le incomparabili bellezze dei suoi mari, la Sardegna è la regione
prediletta dall'anticiclone delle Azzorre, la prima ad esserne raggiunta e
spesso a restarne piacevolmente influenzata a lungo. Qualche temporale può
presentarsi nelle zone interne durante le ore più calde. I mari della
Sardegna per l'intero periodo estivo sono appena increspati. Soltanto dopo la
metà del mese di settembre l'eventuale sviluppo di qualche depressione ligure
può ingrossare il mare delle Bocche di Bonifacio.
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