I  NEI 

NEOTEST®

Il neotest è una rivoluzionaria apparecchiatura computerizzata che grazie al suo potere risolutivo ottico e alla sua enorme banca dati (più di 12.000 casi) permette al dermatologo una diagnosi del melanoma in fase estremamente precoce

L'ANALISI COMPUTERIZZATA NELLA DIAGNOSI PRECOCE DELLE LESIONI PIGMENTATE. UN ULTERIORE STRUMENTO NELLA PREVENZIONE.DEL MELANOMA ?

Il Melanoma maligno cutaneo (MM) é un tumore maligno caratterizzato da una elevata mortalità che interessa una ampia fascia di età compresa tra i 20 ed i 40 anni.
Il progressivo aumento dell'incidenza di questo tumore (da 12 a 20 casi all'anno per 100.000 abitanti) (1) ha spinto gli studiosi del settore a sviluppare tecniche sempre più sofisticate per la prevenzione e la diagnosi precoce del MM cosi da rendere la diagnosi differenziale delle lesioni pigmentate di varia natura ancora più precoce ed accurata.
Il trattamento più efficace del MM rimane la identificazione precoce delle lesioni e la conseguente escissione. (2)
Nonostante che la maggior parte delle lesioni pigmentate possano essere diagnosticate sulle basi di semplici criteri clinici, rimane un considerevole numero di lesioni pigmentate (per lo più piccole) nelle quali la distinzione tra benigno e maligno, e quindi tra melanoma e non melanoma è assai difficile se non impossibile da fare ad occhio nudo o con lente d'ingrandimento o dermatoscopia tradizionale, anche se l'archiviazione fotografica tradizionale e il monitoraggio delle lesioni cliniche viene ritenuto da alcuni autori un metodo sufficiente nella pratica clinica a fini diagnostici. (2)
Rimane un punto fondamentale di riferimento clinico lo schema mnemonico ABCDE (asimmetria, bordi, colore, dimensione, evoluzione) che si basa sulla esperienza clinica spesso e che permette di identificare lesioni pigmentate a rischio.(3)
Alcuni recenti studi indicano però che l'accuratezza della diagnosi clinica raggiunge appena il 60% circa persino in centri specializzati dove vengono utilizzati solo criteri clinici. (4)
La microscopia in epiluminescenza (ELM) é una tecnica dermatologica non invasiva che permette di esaminare le strutture pigmentate dell'epidermide sino ed oltre la giunzione dermo-epidermica.
L'osservazione viene effettuata mediante un microscopio sia semplice che composto appoggiato direttamente sulla cute, precedentemente coperta da un sottile strato di olio di paraffina che consente di rendere traslucido lo strato corneo eliminando la luce riflessa della superficie cutanea. (5)
Numerosi studi hanno suggerito che l’ELM facilita la diagnosi delle lesioni pigmentate e inoltre riduce la necessità di biopsie a scopo diagnostico. (6)
Le critiche a cui é tuttora sottoposta l'ELM vengono riassunte in una bassa concordanza tra i reperti in ELM e i reperti istologici sulle caratteristiche di malignità e la mancanza di criteri classificativi standardizzati. Solamente nella consensus conference del 1989 fu stilata una classificazione base di riferimento ma che é stata successivamente ampliata. (7) (8)
La maggior parte delle lesioni indagate con ELM sono state tuttavia descritte senza una analisi formale utilizzante criteri matematici. (9)
L'ELM é basata sullo studio della morfologia. La diagnosi di MM avviene sempre come momento di epicrisi dal dermatologo, seguendo le tappe tradizionali e obbligate quali l'osservazione, a cui si può aggiungere la memorizzazione delle lesioni e la loro comparazione con stereotipi forniti dal sistema computerizzato.
Queste ulteriori modalità portano alla identificazione e classificazione attraverso una sintesi analogica.
Questo procedimento comporta l'applicazione di sistemi digitali.
L'applicazione di sistemi digitali é stata ipotizzata sino dal 1987 come un opportuno mezzo di diagnosi precoce di melanoma. E già nel 1990 la diagnostica computerizzata veniva applicata con successo all'oncologia dermatologica. (10) (11) (12)
Alcuni studi preliminari nel 1987 prevedevano l'acquisizione dell'immagine mediante diapositive a colori, concludendo che l'analisi digitale poteva utilizzare uno strumento relativamente a basso costo per migliorare la diagnosi differenziale delle lesioni melanocitiche. (11)
Numerosi gruppi di ricerca hanno anche lavorato sulla possibile realizzazione di un sistema automatico (cioè senza la partecipazione del dermatologo nella fase diagnostica) per la diagnosi di melanoma, ma numerosi dati indicano scarsa affidabilità sia per problemi di standardizzazione che per la valutazione dei dati automatici. (10)(13)
Alcuni sistemi di diagnosi automatica si sono basati sulla visione multiangolare delle neoformazioni cutanee utilizzando gli algoritmi già in uso per la tomografia assiale computerizzata non riuscendo però di fatto ad elaborare informazioni realmente utili per la diagnosi precoce del melanoma né misure automatiche riproducibili. (14) (10)
Altri sistemi digitali utilizzando immagini provenienti da una telecamera a colori successivamente digitalizzate tramite scheda video mediante un personal computer consentivano tramite un software di elaborare mediante algoritmi le immagini estrapolando i dati relativi ai bordi della lesione automaticamente e operando una analisi cromatica e morfologica della lesione pigmentata in studio. (15)
Ulteriori studi hanno permesso di stimmatizzare i limiti operativi di tale sistema computerizzato. Tali studi hanno addirittura rilevato che la specificità, la sensibilità e l'accuratezza diagnostica delle lesioni pigmentate erano inferiori a quelle medie di un dermatologo che utilizzasse solamente parametri clinici.(16)
L'utilizzazione di un sistema digitale applicato alla ELM ha tentato di ovviare ai numerosi quesiti ad alle incertezze che la sola ELM poneva.
La microscopia ad epiluminescenza digitale (ELM D) si avvale di una telecamera applicata ad uno stereomicroscopio e successivamente ad un personal computer.
I criteri diagnostici si basano essenzialmente anche qui sui criteri ABCDE.
La ELMD riesce ad amplificare le caratteristiche epimicroscopiche delle lesioni e offre la possibilità di una valutazione collegiale della lesione stessa. (17)
Alcuni gruppi di lavoro hanno sviluppato personali pannelli di variabili e modalità di applicazione clinica dell'ELM D. Altri hanno identificato nuove caratteristiche epimicroscopiche delle lesioni melanocitarie, altri ancora hanno utilizzato una valutazione ultrasonografica per migliorare le informazioni ottenute mediante l'ELMD sullo spessore delle lesioni pigmentate e sui melanomi per poter pianificare le strategie operatorie. (18) (19)
Alcuni gruppi di lavoro, compreso il nostro, hanno utilizzato un sistema integrato chiamato DBdermo Mips (Studio Dell'EVA Burroni, Firenze/Siena, Italia) che appartiene alla categoria di software di elaborazione di immagini e "pattern recognition", che si avvale di un microscopio correlato con una videocamera in connessione con un computer Pentium.
Con tale sistema é possibile estrapolare automaticamente e registrare in tempo reale i parametri geometrici e cromatici della lesione sotto indagine.
Tale sistema si avvale come ulteriore supporto all'analisi delle lesioni pigmentate dell'utilizzo di elaborazioni automatiche della distribuzione del colore interno alla lesione (isole di Burroni).(9) (20) (21) (22)
Alcuni studi preliminari con il Db Dermo Mips hanno rilevato come la simmetria e la circolarità presentavano una deviazione più alta nei melanomi rispetto ai nevi melanocitici, mentre il fattore di forma, e l'indice di irregolarità dei bordi aveva una devianza più accentuata nei nevi melanocitici rispetto al melanoma.
A prima vista tale dato sembra discordante con le caratteristiche attribuite ai melanomi e nei nevi, (ABCDE). Tuttavia assume un significato rilevante se messo in relazione con la struttura epimicroscopica delle lesioni.
E' stato evidenziato anche un contrasto maggiore di colore tra i melanomi ed i nevi ed un gradiente di colore maggiore tra le lesioni e la cute circostante nei melanomi rispetto ai nevi.(22) (23)
Ulteriori studi con lo stesso sistema di ELMD sulle variazioni dei pattern di epiluminescenza in correlazione all'esposizione solare stagionale nei nevi melanocitici acquisiti hanno evidenziato come alcuni pattern (reticolo pigmentario, punti neri e depigmentazione) possono essere valutati e immagazzinati cosi da poter valutare in condizioni standard l'evoluzione a breve e lungo periodo dovuta ad esempio agli effetti dell'esposizione solare. (24)
Altri lavori hanno cercato di identificare e standardizzare un pannello di variabili e modalità in ELMD applicabili nella pratica routinaria. (9)
Le nostre esperienze indicherebbero che tale sistema ELMD grazie alla standardizzazione del metodo, alla alta stabilità cromatica, alla effettuazioni di misurazioni utili alla diagnosi, alla estrapolazione automatica dei bordi, all'analisi digitale dei pattern geometrici e cromatici, alla periodica esaminazione della stessa lesione, permette una elevata correlazione tra l'esame istologico ed il dato digitale nella diagnosi differenziale del melanoma. (21) (25)

CONCLUSIONI

La ELMD sembra la naturale evoluzione della tecnica di ELM con alcuni vantaggi, quali:

-la possibilità di avere in tempo reale una scheda riassuntiva delle lesioni;
-la possibilità di avere un album fotografico dello stesso paziente e poter confrontare con tecniche digitali le immagini prese a distanza di tempo permettendo un follow up accurato;.
-l’utilizzazione di specifici filtri di colore per una migliore interpretazione del dato clinico;
-la valutazione automatica di parametri chiave per la diagnosi della lesione;
-la valutazione collegiale o a distanza di tempo della singola lesione;
-la possibilità di trasmettere un'immagine in tempo reale via Internet, connettendo così tra loro centri clinici e centri specializzati nella diagnostica dei tumori cutanei (teledermatologia), consentendo la possibilità di un referto consensuale tra più specialisti.

Blibliografia

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