Tumore al polmone

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Come già detto, il polmone può essere immaginato come una "spugna", costituita da una intelaiatura di bronchi che, divenuti sempre più piccoli per successive divisioni e ramificazioni, terminano negli alveoli, cavità aeree delle dimensioni di pochi millesimi di millimetro. Gioverà ricordare come negli alveoli avvenga l'importante processo della respirazione, che, in parole facilmente intuitive, è il processo di "pulizia" del sangue che viene a contatto con l'aria ambiente. Vi sono altri importanti costituenti del polmone, ma certamente l'insieme dei bronchi grandi e piccoli, definito "albero bronchiale", ne è la componente principale.

E' quasi sempre dai bronchi (o meglio dal rivestimento interno, o "mucosa", che tappezza tutto l'albero bronchiale dalla trachea agli alveoli) che nascono i tumori del polmone. Nel linguaggio corrente, anche medico, questi tumori sono chiamati bronchiali o polmonari, a seconda che si faccia riferimento al bronco di origine o al polmone che quel bronco contiene: da quanto detto finora è comunque chiaro che l'uso di entrambi i termini è corretto, anzi vuol significare esattamente la stessa cosa.

Tumore è una parola di derivazione latina che letteralmente vuol dire "rigonfiamento". Qualunque nuovo rigonfiamento della normale struttura che costituisce i diversi organi ed apparati è, in senso lato, tumore. Tumore è un semplice lipoma (accumulo di tessuto grasso nel connettivo sottocutaneo) e tumore è anche un cancro altamente invasivo, necrotizzante e metastatizzante. Per alcuni medici anche i nevi e le cisti sono tumori, ovviamente di tipo benigno.

Sfortunatamente, i tumori bronchiali sono assai raramente benigni: si calcola che la percentuale globale dei tumori benigni sia inferiore al 10%. Per di più, anche quando si ha un aspetto istologico francamente benigno, è possibile la recidiva locale (cioè il tumore, asportato chirurgicamente in maniera completa o "radicale", può rigenerasi nella stessa sede del pregresso intervento). Ciò configura un andamento clinico di malignità limitata piuttosto che di vera benignità.

Molto più frequentemente, si ha a che fare sin dall'inizio con dei CARCINOMI (o cancri come si dice nel linguaggio comune), i quali, sia istologicamente che clinicamente, non lasciano dubbi sulla loro effettiva malignità.

In generale, i carcinomi hanno un particolare aspetto istologico (che li differenzia nettamente dai cosi detti "sarcomi", l'altra classe di tumori maligni) e sono caratterizzati dal derivare da cellule delle superfici interne (mucose) od esterne (cute) del nostro corpo. Nelle mucose e nella cute normali, tali cellule assumono una duplice aspetto e funzione: quella di secrezione (e in questo caso tendono a formare delle ghiandole più o meno complesse), e quella di rivestimento. Usando la parola di derivazione greca "epitelio" (il foglietto che sta su o ricopre), si può dire che i carcinomi epiteliali derivano da cellule che normalmente tappezzano le superfici corporee. Altri carcinomi derivano da cellule della mucosa che si sono specializzate nella secrezione delle più varie sostanze e prendono perciò il nome di adenocarcinomi (in greco "adenos" vuol dire ghiandola).

E' necessario dare una accenno alla classificazione dei tumori maligni del polmone, perché da questa discende il comportamento e la terapia degli stessi. Tentando di semplificare una materia complessa e normalmente di esclusivo interesse specialistico, si può dire che i carcinomi polmonari si distinguono in:

 

 

Vi sono ovviamente sottoclassificazioni o forme più rare ad uso degli addetti ai lavori, ma quanto già detto è più che sufficiente per una inquadratura corretta del problema.

 

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