Climatologia della Primavera
Gli istogrammi si riferiscono ai dati delle stazioni meteorologiche di
Bolzano, Torino, Milano e Genova. Dal loro esame emergono, ad esempio, la
notevole escursione termica e le limitate precipitazioni di Bolzano, che
testimoniano il carattere continentale della località. La debole escursione
termica di Genova palesa invece l'influenza mitigatrice del mare, mentre i
suoi notevoli quantitativi di pioggia sono la conseguenza delle ancora
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Aspetti statistici del clima
primaverile in Italia
Torino, località tipicamente subalpina, mostra in aprile e in maggio gli
effetti dell'instaurarsi della instabilità convettiva. Meno avvertita questa
caratteristica in Milano, come località padana, meno influenzata dalla
presenza dei rilievi.
Gli istogrammi riguardano Trieste, Venezia, Bologna e Firenze. Trieste
rivela il suo tipico clima marittimo. Venezia e Bologna mostrano tra loro
singolari affinità climatiche caratteristiche dell'area padano-veneta. Meno
palese l'analogia con Firenze, situata a Sud della catena appenninica.
Gli istogrammi sono quelli delle stazioni meteo di Ancona, Perugia,
Grosseto e Roma. Ancona città mostra tutta l'azione mitigatrice del mare.
Somiglianze di comportamento climatico si ritrovano nelle altre tre località,
con una più accentuata caratteristica continentale in Perugia, dove è
maggiore l'escursione termica. Molto affini le caratteristiche climatiche di
Roma e Grosseto: in entrambe le località è poco avvertita l'azione del mare.
Gli istogrammi sono pertinenti alle stazioni meteorologiche di Napoli,
Bari, Potenza e Santa Maria di Leuca. Napoli e Bari mettono in evidenza
caratteri climatici quasi identici, ma meno piovosa Bari. Potenza, data la sua
particolare posizione tra i monti, pur essendo una località montana mostra
una forte escursione termica. Santa Maria di Leuca, sull'estremo Sud-Est della
penisola, attraverso la sua debole escursione termica riflette l'azione
mitigatrice del mare. I notevoli quantitativi di precipitazioni di marzo ci
lasciano però piuttosto perplessi sull'attendibilità del dato.
Gli istogrammi si riferiscono ad Alghero, Cagliari, Palermo e Catania. Le due
prime città palesano sicuramente l'influenza dei venti nordoccidentali che
corrono lungo la piana del Campidano, fino ad annullare quasi il regime delle
brezze di mare. Palermo risente l'azione marina più di Cagliari e Alghero,
entrambe più soggette a venti di ponente. Catania, malgrado la sua vicinanza
al mare, palesa una notevole escursione termica, dovuta quasi sicuramente alla
particolare natura del suo suolo.
Le isohele del soleggiamento in primavera indicano chiaramente l'aumento delle
ore di sole nella giornata con il progredire della stagione, di un'ora tra
marzo e aprile e di due ore tra aprile e maggio. Significativa è l'influenza
del clima invernale balcanico, ancora presente in marzo sulle regioni del
Medio Adriatico. Importante è il maggiore soleggiamento nel corso della
stagione su tutte le regioni di ponente e sul Nord del paese e, limitatamente
al progredire della stagione, anche al Sud e sulla Sicilia. Significativa
anche la diminuzione del soleggiamento, in aprile e in maggio lungo le regioni
interne, dalle Alpi venete al Golfo di S. Eufemia in aprile, e limitatamente
al Golfo di Policastro in maggio a causa, a nostro avviso, degli annuvolamenti
dovuti alla instabilità dell'aria, una caratteristica molto peculiare della
primavera in Italia.
Aspetti fisico-geografici del
clima primaverile in Italia
A completamento di quanto mostrato
nel precedente capitolo riportiamo, per sommi capi, le singolarità di maggior
spicco desunte da una classifica di climatologia fisica per l'Italia, secondo
Rosoni.
La primavera alpina dipende dall'altitudine, dalla esposizione dei versanti
alpini, dalla presenza del manto nevoso, molto diverso da versante a versante
con il progredire della stagione e dal carattere convettivo delle nubi,
particolarmente accentuato in maggio.
La primavera padana è influenzata dalla presenza dei numerosi corsi d'acqua che
accoglie la grande valle, dallo scioglimento delle nevi alpine e con il
progredire della stagione anche dal progressivo riscaldamento del suolo. Sulla
zona padana in primavera si fanno sempre più frequenti le depressioni
sottovento e di conseguenza scompare poco alla volta lo strato di aria fredda al
suolo che stagnava durante l'inverno e piove ancora, tanto intensamente quanto
in autunno. Sulla Valpadana settentrionale giunge a tratti il foehn delle Alpi.
La primavera dell'Alto Adriatico risente essenzialmente del frequente transito
delle depressioni, sia di quelle sottovento alle Alpi, sia di quelle
mediterranee. La stagione, a causa di ciò, è più piovosa che in inverno e
alquanto temporalesca in maggio.
La primavera del Medio e del Basso Adriatico e quella delle regioni ioniche
mostra ancora l'offensiva delle correnti fredde dei Balcani e quasi affatto
quella delle correnti occidentali, bloccate, almeno negli strati medio bassi
dalla catena appenninica.
La primavera della zona Ligure e della Toscana settentrionale è generalmente più
piovosa dell'inverno, in quanto più soggetta che nella stagione fredda alle
depressioni mobili, in transito in questo periodo a latitudini più
settentrionali. Con l'avanzare della stagione il progressivo riscal-damento del
suolo accentua anche in questa zona climatica l'attività temporalesca.
La primavera dei versanti tirrenici, a motivo della particolare orografia della
catena appenninica, tutta valloni e fenditure, presenta differenti tipi
climatici: quello marittimo lungo la fascia costiera, quello temperato nella
vallata del Tevere e in quella del Volturno e il clima pedemontano dei versanti
occidentali dei rilievi al disotto però dei 500 metri. In questa stagione sui
versanti tirrenici compresi tra la Toscana e la Campania le precipitazioni sono
da attribuire in massima parte alla instabilità dell'aria.
La primavera dei versanti tirrenici della Calabria e della Sicilia è poco
influenzata dalle depressioni primaverili. La nuvolosità è scarsa e le piogge
sono meno intense di quelle che cadono sulla zona del Medio e dell'Alto Tirreno.
Determinante è infatti l'azione dei venti, in questa stagione per lo più
occidentali e, con il progredire della stagione, a componente di moto sempre più
anticiclonica. In primavera il clima di questa zona pur essendo di tipo
mediterraneo, cioè con estati torride e ben soleggiate e inverni piovosi,
presenta caratteri diversi tra gli opposti versanti.
La primavera della Sardegna risente, come del resto in tutte le stagioni,
dell'influenza mitigatrice del Mediterraneo. Le piogge, limitate per lo più
all'intero periodo autunnale compaiono soltanto agli inizi della primavera. Con
il progredire della stagione le piogge, a carattere sparso, assumono anche su
questa zona climatica il carattere temporalesco. Data la particolarità del
sistema montuoso dell'isola le regioni dei versanti affacciati al Tirreno
ricevono un maggior contributo di piogge rispetto alle località dei versanti
occidentali.
Aspetti dinamici del clima
primaverile in Italia
Per avere una idea del
comportamento stagionale sotto una visione dinamica, abbiamo preso in
considerazione determinati sistemi di pressione che, nell'ambito della
circolazione generale dell'atmosfera assumono il ruolo di veri e propri centri
d'azione, in grado d'influenzare i caratteri climatici nell'ambito regionale.
Per l'area euro-mediterranea di preminente importanza sono l'anticiclone
atlantico, il cosiddetto anticiclone delle Azzorre, le depressioni mobili delle
medie e, specialmente nei riguardi della climatologia del nostro paese,
l'evoluzione delle depressioni sottovento alle Alpi, quella delle depressioni
mediterranee e, limitatamente alla stagione invernale, l'evoluzione
dell'anticiclone russo.
Nelle linee generali possiamo affermare che, almeno sotto il punto di vista
dinamico, con la stagione primaverile divengono sempre meno frequenti i casi di
tempo da Est, quello cioè d'influenza balcanica e sempre più palesi, con il
progredire della stagione, i casi di tempo occidentale, spesso di natura
anticiclonica. Affinché la stagione possa realizzarsi in modo completo occorre
però che si attui una vera e propria modificazione nello schema della
circolazione generale dell'atmosfera. Una variante che porti cioè
all'affermazione di più lunghi periodi anticiclonici, di più o meno recente
matrice atlantica e a sempre più brevi comparse di quelle depressioni mobili
che nel semestre freddo avevano assunto, a fasi alterne, con l'anticiclone
russo, ruoli di primo piano.
ull'Adriatico settentrionale una seria minaccia alla primavera è costituita
dalla possibilità che si ripresentino, dopo la stagione invernale, le tempeste
avvettive dell'Adriatico. Un fenomeno che si manifesta allorché la situazione
meteorologica è tale da instaurare un vistoso cuneo di alte pressioni a Nord
delle Alpi e contemporaneamente una depressione sull'Alto Adriatico. Il fenomeno
del-l'improvviso afflusso di aria fredda accumulatasi lungo il versante estero
delle Alpi, proprio nel punto in cui l'ostacolo montuoso si interrompe a
Nord-Est di Trieste (la cosiddetta porta de/la bora), è dovuto sia al cessare
della compressione orografica, sia all'effetto di aspirazione determinato dalla
depressione dell'Alto Adriatico. L'aria fredda che irrompe sull'Adriatico a
forte velocità può raggiungere in mezza giornata il Marre Ionio. Eventi del
genere, fortunatamente poco frequenti sono prevedibili con un giorno o due di
anticipo soltanto dai Centri meteorologici nazionali o regionali che per
istituto analizzano in dettaglio le carte di variazione di pressione.
Le regioni del Medio e Basso versante Adriatico, invece, a primavera rimangono
influenzate soltanto in modo marginale dalle depressioni sottovento del Golfo di
Genova o da qualsiasi altra depressione del Tirreno. Di conseguenza la nuvolosità
si presenta in banchi e le piogge hanno carattere sparso.
La Liguria e l'alta Toscana sono risparmiate dalle correnti fredde del Nord
Europa grazie alla presenza delle Alpi Marittime, delle Alpi nordoccidentali e
dell'Appenninico. Le precipitazioni a primavera sono abbondanti sulla Riviera di
Levante, con massime sulle Alpi Apuane e sull'Appennino ligure. La Riviera di
ponente invece, restando meno influenzata dalle depressioni sottovento, fruisce
di un clima primaverile mite e perfino abbastanza secco. Le regioni della zona
Appenninica e dell'interno avvertono un clima continentale che viene
accentuandosi con l'aumentare dell'altitudine e con il diminuire della
latitudine. Tanto vero che procedendo verso Sud si passa dal clima appenninico
del Nord a quello sublitoraneo e infine a quello mediterraneo della Calabria e
della Sicilia.
Durante il mese di marzo si incomincia a notare il ritiro verso levante
dell'anticiclone russo-siberiano. Sull'Europa, sebbene si avvicendino ancora le
perturbazioni atlantiche, a fasi alterne incomincia a notarsi l'avanzata verso
il continente dell'anticiclone delle Azzorre.
Contemporaneamente avviene la traslazione verso Nord della fascia delle correnti
occidentali delle medie latitudini, in seno alle quali si sviluppano le
depressioni atlantiche. E' questo un motivo per cui in sede europea l'andamento
primaverile tarda a realizzarsi rispetto a quanto avviene nei paesi
mediterranei. In coincidenza con il ritiro verso est dell'anticiclone russo le
perturbazioni atlantiche trovano però via facile in Mediterraneo, favorendo
quasi sempre la formazione di depressioni sull'Alto Tirreno, nel Golfo di Genova
e spesso nella Valpadana.
Di conseguenza scompare lo strato di aria fredda che vi stagnava durante
l'inverno, ma almeno agli inizi di stagione il tempo è piuttosto perturbato,
quasi come in autunno. A trattati sulla Valpadana settentrionale giunge il foehn
delle Alpi. Al Sud invece la situazione meteorologica incomincia a migliorare.
Nel mese di aprile la traiettoria di moto delle depressioni atlantiche e delle
annesse perturbazioni diviene più occidentale, più veloce il loro movimento e
di conseguenza minore la possibilità di un loro completo sviluppo, al punto che
sulla nostra penisola le depressioni si avvicendano come onde stabili,
originando così un tipo di tempo variabile da un giorno all'altro, talora
ventoso, ma soltanto a tratti perturbato.
La nebbia che da ottobre a marzo gravava sulla Valpadana, sulle valli maggiori
del Centro e spesso lungo i litorali, in aprile incomincia a diradarsi per
scomparire del tutto con il progredire della stagione. In maggio le depressioni
atlantiche in transito sull'Italia settentrionale o su quella centrale non
apportano quasi mai fenomeni di forte intensità. Le depressioni del Golfo di
Genova, quelle sottovento alle Alpi, tanto per intenderci, spesso attraversano
la Valpadana, dirette verso Est o si formano su di essa per procedere verso
levante, non più bloccate dalla presenza dell'anticiclone russo, ormai in
avanzata fase di ripiegamento verso i suoi luoghi di origine.
Sulle regioni meridionali e sulle isole del Tirreno, sulla Sicilia e sulla
Sardegna si fanno sempre più frequenti le apparizioni di cunei di alte
pressioni. Il tempo diviene sempre più soleggiato, tanto da far sembrare
entrata la bella stagione; quasi sempre però si tratta di una falsa partenza
estiva.
Reference Code: 5569 G.C. Web Master
Autore il Famosissimo Esperto Italiano A. Baroni
Collaboratore il Veterano del settore Prof. M. Marchetti