Dolci e dessert preparati con il caffè.


Budino Brasiliano
- Dosi per 4 persone: 60 gr, di burro, 30 gr. di farina, 60 gr. di zucchero, 250 gr.di panna fresca, mezzo bicchiere di latte, una terrina di caffè ristretto, 2 cucchiai di liquore al caffè.
Fate fondere il burro in una casseruola, unite lo zucchero e lasciatelo caramellare leggermente, togliete dal fuoco diluite con il caffè bollente e il liquore.
A parte sciogliete la farina con il latte, unite questo composto al primo macinando bene, poi aggiungete piano piano la panna. Riportate il recipiente su fuoco basso e sempre mescolando fate addensare la crema. Togliete dal fuoco, mescolate ancora per 3/4 minuti, e dopo averla suddivisa in coppe mettete in frigo per due ore.

Gelato Moka
- Dosi per 4 persone: 125 gr. di cioccolato fondente, 4 uova, 60 gr. di caffè forte, 250 ml.di doppia panna, 1 cucchiaio di liquore al caffè, 100 gr. di zucchero, riccioli di cioccolato per guarnire.
Sciogliete il cioccolato a bagnomaria, appena pronto togliete dal fuoco ed incorporate i tuorli d'uovo e il caffè. Montate la panna in una ciotola, quando è ben ferma amalgamatevi il liquore al caffè. A parte montate le chiare buovo a neve ed aggiungete gradualmente lo zucchero.
Amalgamate la panna alla prima miscela di cioccolato e quindi delicatamente le chiare a neve. Mettete il composto a cucchiaiate in un contenitore e ponete in freezer per almeno 5 ore.
Servitelo guarnito di riccioli al cioccolato o biscotti, appena estratto dal freezer.

Piramide di Meringhe al Caffè
- Dosi per 4 persone: 4 chiare d'uovo, 60 gr. di caffè istantaneo in polvere, 450 gr. di zucchero, 500 ml. di doppia panna già montata, 200 gr.di uva nera e 200 gr. di uva bianca tagliate a metà e private dei semi, 100 gr. di mandorle affettate, grani di cioccolato al caffè.
Montate le chiare a neve ben ferma, a parte mescolate il caffè e lo zucchero e incorporateli alle chiare sbattendo bene. Versate la miscela in una siringa per dolci munita di forchetta a stella e formate con questa delle piccole meringhe su una placca da forno già munita di carta oleata.
Mettete in forno a 120" per 2 ore finché le meringhe sono asciutte e friabili. Per servire disponete su un piatto uno strato di meringhe ricoperte di panna uva e mandorle, continuate a stratificare seguendo uno schema a piramide continuando a decorrere con uva e grani di cioccolato.

Budino al caffè e cioccolata.
Amalgamare 200 gr. di burro con 200 gr. di zucchero e lavorarli in modo tale da ottenere una crema soffice. Ora aggiungere 200 gr. di cioccolato fondente grattugiato, 1 tazza abbondante di caffè ben forte, 1 bicchierino di cognac, quindi mescolare e versare in uno stampo intinto di cognac.
Lasciare riposare in frigorifero per circa tre ore e mezzo.

Flan di caffè.
Collocare in una terrina 5 uova sbattute, aggiungere 2 scatole di latte condensato, una tazza di caffè ben forte, una di latte (passate due volte al setaccio) e profumare con un cucchiaino di cognac.
Versare il composto in uno stampo per dolci, foderando prima fondo e pareti con un pò di miele; quindi far cuocere a bagnomaria in forno caldo per circa mezz'ora. Si può guarnire a piacere.

Crema zabaione al caffè.
Occorrente per due persone: due tuorli d'uovo, due cucchiai di zucchero, mezzo guscio di caffè caldo per ogni uovo.
Sbattere i due tuorli d'uovo con lo zucchero e aggiungere, sempre mescolando, il caffè. Fare lievemente addensare il tutto, a bagnomaria sulla fiamma; servire caldo o tiepido.

Torta allo zabaione e liquore al caffè.
Tagliare un pan di Spagna in due dischi ed inzuppare leggermente i due interni con liquore al caffè. Livellare con crema zabaione al caffè (preparata come ricetta precedente), il disco inferiore e con panna montata il disco superiore, quindi richiudere i due dischi.
Ricoprire la torta con cioccolato sciolto (a bagnomaria) e decorare con ciuffetti di panna.

Dolce con ricotta al caffè.
Rendere spumoso il composto ottenuto con 500 gr. di ricotta ed 1 tazza da tè di latte. Amalgamarvi 100 gr. di zucchero, 3 tazzine di caffè ben forte, 2 bicchierini di rhum, 4 biscotti di pastafrolla ben sbriciolati, 1 pezzetto di cedro candito ridotto a pezzettini.
Distribuire il tutto in 6-8 tazze da macedonia o in coppe, guarnire con chicchi di caffè interi e collocare in frigorifero. Va servito freddo.

Bignè alla crema di caffè.
Per preparare la crema mescolare mezzo litro di latte con 2 cucchiaiate di fecola di patate, aggiungervi 3 cucchiaiate di zucchero e 1 tazza piccola di caffè forte. Mentre il tutto è sul fuoco, occorre mescolare in continuazione con un cucchiaio di legno. Quindi incorporarvi 1 cucchiaio di burro e quando la crema è densa sbatterla nel frullatore finchè non intiepidisca.
Procedere ora a preparare la pasta dei bigné nel seguente modo: spianare molto sottilmente la pasta, ottenuta con 250 gr. di farina passata al setaccio, 2 tuorli d'uova, 3 cucchiaiate di burro e mezza tazza d'acqua leggermente salata.
Con un bicchiere capovolto formare tanti dischetti, che vanno farciti con la crema precedentemente preparata; chiudere il disco in due con una leggera pressione ai bordi e friggere in abbondante olio caldo.

Budino al caffè.
Amalgamare bene 2 tazze e mezzo di panna liquida, due tazzine di caffè ben forte e due cucchiai di fecola di farina gialla (maizena). Porre sul fuoco a fiamma lenta, portare ad ebollizione e mescolare per tre minuti circa.
Togliere dal fuoco, aggiungere 3 tuorli d'uova battuti, mescolare bene, rimettere sul fornello per 1-2 minuti e poi lasciare raffreddare. Al composto vanno quindi unite le chiare delle uova battute a neve. Dopo quest'ultima operazione, porre il tutto in uno stampo intinto di liquore secco e lasciare riposare e gelare in frigorifero. Al momento di servire, guarnire con panna montata a piacere.

Soufflè al caffè.
Sciogliere in un tegamino un pò di burro, unire 2 cucchiai di farina doppio zero, quindi un bicchiere di latte riscaldato e 2 tazzine di caffè molto forte. Mescolare per una dozzina di minuti e quando il composto é piuttosto denso lasciarlo raffreddare.
Ora incorporare uno alla volta 5 tuorli e gli albumi montati a neve; versare in uno stampo piuttosto alto dopo averlo imburrato e fare cuocere nel forno per mezz'ora.

Amaretti al caffè.
- Dosi per una confezione di amaretti medi: 250 gr di ricotta fresca, tre tazzine di caffè, 1 cucchiaio di liquore al caffè.
Amalgamare alla ricotta il liquore al caffè, poi porre lacrema in frigorifero.
Intingere gli amaretti molto velocemente nel caffè.
Spalmare gli amaretti con un velo di crema e unirli a due a due (sandwich).
Procedere fino al termine della crema, porre i dolcetti in frigorifero.
Servirli ghiacciati.

Torta al caffè.
- Dosi: 1 bicchiere di caffè ristretto, 350 gr di farina, 200 gr di zucchero, 100gr di burro, 3 uova, un pizzico di sale, una bustina di lievito, burro e farina per lo stampo, zucchero a velo per guarnire.
Preparazione: In una terrina sbattere le uova con lo zucchero, aggiungete il burro sciolto e freddo, il sale, il caffè e la farina. Lavorate l'impasto per 5 minuti e aggiungetevi il lievito. Travasate in uno stampo imburrato e spolverizzato di farina.
Passate in forno a 180° per circa 50 minuti.
Sfornate il dolce, lasciatelo raffreddare e cospargete di zucchero a velo.
Volendo si può tagliare il dolce a metà e farcire con la crema zabaione al caffè.

Torta di biscotti al caffè.
Ingredienti: biscotti secchi (tipo petit beurre), caffè non molto forte, tuorli d'uovo freschi, burro. Le quantità sono difficilmente determinabili; l'unica dose certa è il rapporto di 1 tuorlo per ogni etto di burro.
Preparazione:
1. Preparare del caffè (non forte, ed in abbondanza). Versarlo in una pentola piuttosto larga e dalle pareti basse, metterla su fuoco molto basso, allo scopo di tenerlo ben caldo. Zuccheratelo.
2. Nel frattempo sciogliere il burro a bagnomaria, ed amalgamarlo con i tuorli d'uovo. Non riscaldare né cuocere.
3. Immergere un biscotto alla volta nel caffè e toglierlo immediatamente. Porlo in un piatto da portata. Continuare così e formare la base del dolce accostando i biscotti l'uno all'altro. Si otterrà così un rettangolo, formato da 3-4 biscotti per lato.
4. Quando la base è pronta, ricoprirla con uno strato *leggerissimo* della crema di uovo e burro.
5. Formare un altro strato di biscotti immersi nel caffè, ricoprire con uno strato sempre leggerissimo di crema e proseguire così fino all'altezza desiderata. Si raccomanda di procedere come se si stesse costruendo un muro in mattoni, alternando cioè i biscotti nel senso della larghezza e poi della lunghezza, spezzandoli se necessario.
6. Guarnire la sommità ed i lati con la crema rimanente, mai in abbondanza.
Avvertenza: questo dolce è piuttosto nutriente. Una piccola torta di 3x4 biscotti di base per 5 cm. di altezza soddisfa l'appetito di più persone.

Primi e secondi piatti preparati con il caffé.



Involtini al caffè.

Mescolare 240 gr. di farina, due cucchiaini da tè di lievito artificiale ed un pizzico di sale; passare al setaccio ed impastare con 60 gr. di burro.
Ora mescolare mezza tazza di latte, un quarto di tazza di caffè, tre cucchiaiate di melassa ed un pò di zucchero a velo.
Unire i due preparati, lavorare la pasta ottenuta e stenderla in una teglia. Quindi spalmare sopra altri 60 gr. di burro e spolverare una cucchiaiata di cioccolata in polvere e zucchero; arrotolare il tutto, tagliare il tronco ottenuto in fette, da sistemare a distanza in una teglia. Far cuocere a fuoco caldo per una decina di minuti.

Prosciutto alla salsa di caffè.
Mescolare 40 gr. di farina, 40 gr. di burro e mezzo litro di latte, aggiungere una abbondante presa di sale ed una di zucchero, 25 gr. di mostarda, due cucchiaiate di caffè forte. Ora versare la salsa approntata in una pirofila, dove saranno disposti 750 gr. di proscitto tagliato in piccoli quadratini e sei uova sode tagliate a fette. Collocare la pirofila a bagnomaria fino al momento di servire.

Arrosto di maiale alla salsa di caffè.
Mettere in una casseruola due terzi di tazza di caffè forte, un terzo di tazza di burro, 2 cucchiaini di salsa inglese, uno e mezzo di mostarda, un cucchiaio di succo di limone ed un cucchiaio di zucchero.
Mescolare scaldando fino allo scioglimento del burro. Usare parte di questa salsa per spennellare l'arrosto di maiale durante la cottura e la rimanente versarla sulla salsiera per condire le fette di arrosto.

Carne alla brasiliana.
In una casseruola fare dorare al burro kg. 1,5 di controfiletto, tagliato a piccoli quadratini, avendo l'avvertenza di mescolare di tanto in tanto; quindi aggiungere un pò d'acqua, uno spicchio di aglio, tre cipolle tagliate finemente, due cucchiaini di sale; chiudere con coperchio e lasciar cuocere finchè la cipolla diventi tenera.
ora togliere carne e cipolla dalla casseruola, lasciando il sugo, al quale si uniranno un quarto di tazza di farina, una tazza di vino bianco secco, un cucchiaino di origano, mezzo cucchiaino di pepe, una tazza di caffè forte; mescolare lentamente finchè il sugo si addensa. Riporre ora nella casseruola carne e cipolla e lasciar bollire a fiamma bassa.

Frittura di banane alla salsa di caffè e rhum.
Per la salsa: mescolare una tazza di farina, due cucchiaini di lievito artificiale, un cuchciaino abbondante di sale, un quarto di tazza di zucchero. Passare al setaccio, mescolare il tutto con un terzo di tazza di latte e due cucchiaini di burro sciolto fino ad ottenere un impasto piuttosto denso. Ora sciogliere in una casseruola, posta su fiamma bassa, una tazza di zucchero; mentre si mescola lentamente aggiungere una tazza e mezzo di caffè forte, due cucchiaiate di fecola di patate ed un'altra mezza tazzina di caffè freddo.
Quando il tutto è ben amalgamato, unire al composto precedentemente preparato e far bollire, sempre mescolando, fino all'addensamento della salsa. Ora togliere dalla fiamma e mescolare due cucchiaiate di burro e due cucchiaini di rhum.
La salsa ottenuta si può servire mista a due o tre banane tagliate in tre o quattro pezzi uguali che, infarinate, intinte in uovo sbattuto con farina, vengono fatte friggere in olio caldo per circa 5 minuti, girandole fino a perfetta doratura.

Presso gli Arabi
Leggende e tradizioni a parte, già tra i secoli XIV e XV, il caffè come bevanda risultava notevolmente diffuso presso gli arabi (Arabia, Yemen, Siria, Egitto), dove era consumato soprattutto per tenersi svegli durante le orazioni notturne.
Per non diffondere il segreto di una pianta considerata magica e preziosa, gli arabi all'inizio non ne favorirono, anzi ne proibirono l'esportazione, anche perché in Arabia fino al 1400 i grani di caffè, oltre che come bevanda, venivano utilizzati da alcuni medici con finalità curative.

Col tempo però la sua propagazione passò da un convento musulmano all'altro, fino a conquistare l'intero mondo arabo.
Alla Mecca e a Medina già dal XV secolo erano presenti le prime mescite pubbliche. Gli uomini vi entravano e degustavano un caffè amaro (solo in seguito venne introdotto l'uso di zuccherarlo) e denso, per cui gli effetti eccitanti erano frequenti. In quelle botteghe, arredate e variopinte secondo la moda orientale, l'incontro continuava tra l'ascolto della musica e lo svolgersi dei tipici giochi popolari.
Ciò nonostante, l'uso della bevanda incontrava ostacoli proprio presso la popolazione araba, in quanto i suoi effetti eccitanti contrastavano con i rigidi imperativi della legge islamica.
Alcune autorità ne condannarono l'uso nei locali pubblici: si assistette alla chiusura delle botteghe del caffè, all'arresto dei negozianti ed al sequestro delle scorte rinvenute in deposito, le quali vennero bruciate pubblicamente.

Fu grazie al Sultano d'Egitto, che revocò gli ordini emessi, che il caffè raggiunse una diffusione così ampia, da divenire una bevanda sempre più popolare.
Nonostante la bevanda continuasse ad affermarsi, la sua sorte subì ancora alterne vicende e contrarietà, soprattutto per l'ostilità delle autorità religiose islamiche, le quali constatarono che all'aumento delle frequenze nelle bettole, corrispondeva la diserzione dei fedeli dalle pratiche nelle moschee.
Si decise di allarmare la popolazione con un provvedimento che rendesse noti i danni che il caffè arrecava all'organismo umano. Non tardarono addirittura persecuzioni fisiche ed ideologiche: dai pulpiti si tuonava contro tale bevanda, predicando che, non solo era vietata dalle leggi, ma che berla costituiva peccato ancor più grave dell' intrattenersi nelle bettole. Per intimorire il popolo, alcuni religiosi islamici cominciarono ad affermare che, nel giorno del giudizio universale, il volto di coloro che avevano assunto la bevanda, sarebbe apparso più nero della pentola con la quale l'avevano preparata. Le autorità temevano che nelle botteghe di caffè si potesse sviluppare una tendenza alla ribellione; mentre i religiosi, constatando una minore partecipazione alle funzioni religiose, temevano di perdere il loro prestigio. Nulla valse, però, ad impedire che si continuasse a bere il caffè, almeno privatamente: in breve, divenne la bevanda ufficiale e più diffusa, tantoda meritarsi il titolo di "vino dell'Islam".

Il caffé in Turchia
Quando il caffè iniziò a diffondersi presso i Turchi, forse per iniziativa di quanti ne traevano vantaggio economico, circolava voce che Allah, prima della creazione, avesse bevuto caffè, tè nel giorno del riposo e vino quando Adamo ed Eva osarono disobbedirgli. Il racconto, in maniera allegorica, voleva dimostrare che il caffè, aguzzando l'intelligenza, stimolava la creatività e la fantasia.
Durante il regno di Solimano il Magnifico nella città di Costantinopoli vennero aperti dei locali, i primi "caffè" riservati a persone distinte, che presero il nome di "scuole delle persone colte" o "scuole della sapienza" e, pertanto, il caffè ivi sorbito era detto "il latte dei giocatori di scacchi e dei pensatori".
Aperti sotto questa luce, ben presto divennero luoghi per élite, sempre più numerosi, ed in essi confluivano diplomatici e studiosi, artisti e poeti, scrittori e letterati, intellettuali e pubblici funzionari.
A qualsiasi ora del giorno e della notte, si assaporava la tonificante bevanda. Non per niente ancora oggi é rimasto famoso il modo di preparare il caffè "alla turca".
Il tempo trascorso a sorbire la calda e scura bevanda era ormai non solo un momento di relax, ma anche un'occasione di comunicazione e di confronto: era terminata la fase in cui il caffè non era visto di buon occhio.

Caffè all'africana.
Preparare tante tazze di caffè, a seconda del numero degli ospiti, ed aggiungere una pallina di gelato al cioccolato ed un pò di panna liquida. La bevanda va servita ben ghiacciata.

Caffè alla danese.
Si prepara il caffè come indicato per l'irish coffee, ma al posto del whisky si aggiunge acquavite.

Caffè alla giavanese.
Preparare del caffè e della cioccolata, ben bollenti. Mescolare in parti uguali e zuccherare a piacere prima di servire.

Caffè all'olandese.
Preparare la stessa ricetta dell'irish coffee, sostituire al whisky acquavite di ginepro olandese.

Caffè alla parigina.
Preparare il caffè forte e quando è ancora caldo aggiungere del cacao bollente (in porzioni di due parti di caffè ed una di cacao); integrare con cognac (due cucchiaini per ogni tazza da servire), mescolare e servire in u n bricco caldo.
La bevanda va servita con panna e zucchero.

Caffè alla russa.
Preparare una tazzina di caffè molto forte e bollente, zuccherare a piacere quando è ancora caldo e aggiungere un bicchierino di vodka.
Mettere il tutto in un bicchiere e versarvi panna liquida a piacere.
In estate oltre alla panna liquida si può aggiungere del ghiaccio tritato; mescolare bene e bere.

Caffè alla Turca
Procurarsi un macinino di ottone alla turca per ottenere una polvere di caffè finissima; oggi in commercio questi oggetti si trovano facilmente. In mancanza dello specifico macinino ovviare polverizzando i grani con un macinacaffè elettrico e poi passare il caffè macinato al setaccio fine.
Per ogni persona a cui va servito il caffè, in un apposito bricchetto turco (recipiente in rame dal fondo largo e dal collo ristretto, con un lungo manico), versare una tazzina di acqua, due cucchiaini di caffè e due di zucchero.
Dopo aver mescolato bene, far bollire la miscela a fiamma lenta; quando sul bollire si gonfierà e si formerà una schiuma densa e cremosa sull'alto, togliere dalla fiamma il bricchetto, fino alla scomparsa dello spessore cremoso.
Ripetere sul fuoco per tre volte questo procedimento, poi togliere definitivamente dalla fiamma.
Ora, come in un rito, dividere una parte dello spessore cremoso in ogni tazza degli invitati; dopo, sempre leggermente, aggiungere il caffè rimasto e allora si vedrà affiorare in superficie lo spessore denso e cremoso (Kaimàk).
Nella tazzina la bevanda non va mai mescolata. Prima di offrire agli amici fare ritornare il Kaimàk in fondo alla tazzina, versandovi con delicatezza un paio di gocce di acqua fredda. Ora la gustosa e superlativa bevanda è pronta.

Caffè alla turca con miele.
Versare in un bricco una tazza di acqua calda, due cucchiai di miele e due di semi di sesamo (reperibili da un droghiere) e far bollire a fiamma lenta.
Quindi aggiungere 6 cucchiaini di polvere di caffè finissima, all'uso orientale, stemperando bene; servite in tazze di piccole dimensioni.

Caffè alla viennese.
Preparare una buona tazza di caffè, quindi aggiungervi un cucchiaio di panna montata ed uno di panna liquida.
E una deliziosa ricetta, molto antica, risalente a periodo imperiale austriaco, viene quindi considerato un caffè "aristocratico".
Altra variante è quella di versare su gelato di crema alla vaniglia, posto in coppa, una tazzina di caffè espresso forte e decorare poi con qualche cucchiaio di panna montata.

Caffè americano.
Procurare un bricco, versarvi e mescolare due cucchiaini di zucchero, due di cacao, due di caffè in polvere, assieme ad una tazza d'acqua appena salata. Portare ad ebollizione per due-tre minuti, quindi aggiungervi due tazze di latte caldo ed una di acqua calda e riportare ad ebollizione.
Per ultimo migliorare il sapore mescolandovi due cucchiaini di polvere di vaniglia.

Caffè creolo.
Ad una tazza di caffè unire una piccola presa di noce moscata grattugiata, un chiodo di garofano, un pezzetto di cannella ed un pezzettino di vaniglia.

Caffè orientale.
Versare in un recipiente di terracotta, dove già sono stati messi due pezzetti di cannella, due chiodi di garofano e due pezzetti di pimento (pepe garofanato, reperibile in drogheria), tre tazze di caffè molto forte e bollente.
Chiudere con coperchio e far riposare il tutto per un'ora. Filtrate tramite un setaccio entro grandi bicchieri, contenenti dei cubetti di ghiaccio.
Prima di consumare aggiungere panna e zucchero.

Caffè valdostano o cafè a la cogneintze.
Versare e mescolare nella tipica grolla locale (coppa con coperchio), il caffè preparato, grappa, vino rosso e zucchero; aggiungere poi della scorza di limone. La quantità degli ingredienti varia in rapporto al numero delle persone.

Irish coffee o caffè all'irlandese.
Dose per una persona: una tazzina di caffè molto forte, due cucchiaini di zucchero, un bicchierino di whisky irlandese, un cucchiaio di panna.
Mettere in un bicchiere lo zucchero e farlo sciogliere con una piccola parte del caffè caldo. Quindi aggiungere il whisky ed il rimanente caffè ancora bollente ed infine sovrapporre un abbondante cucchiaio di panna liquida o, come variante, far galleggiare un cucchiaio di panna montata, versando con abilità per evitare che gli ingredienti si mescolino fra loro.
Studi e ricerche sul caffè si sono susseguiti sempre con maggiore frequenza, fino a raggiungere risultati atti a dimostrare le multiple reazioni che il caffè provoca sull'organismo umano.

Nell'ottobre 1970, a Venezia, si é tenuto il Primo Simposio Biofarmacologico sul caffè. L'anno dopo, nell'ottobre 1971 a Firenze, si è ripetuto il Secondo Convegno, e nel 1972 a Vietri sul mare un terzo convegno ha integrato e completato l'esposizione delle proprietà delle sostanze attive contenute nel caffè, sancendo chiaramente gli effetti positivi e sfatando i pregiudizi negativi diffusi in passato.
Durante questi convegni, esperti nel campo della Dietologia, della Nutrizione, della Fisiologia Umana hanno precisato l'attività terapeutica del caffè, bevanda che in una società come la nostra aiuta a sconfiggere lo stress fisico e mentale, caratteristico della nostra epoca.

Dal punto di vista nutritivo il caffè non é un alimento indispensabile per il nostro organismo. Tuttavia, alcune sostanze in esso contenute provocano effetti benefici negli organi. Naturalmente, come per ogni alimento, è necessario non farne abuso e non consumarne una quantità smoderata, se non si vogliono ottenere inconvenienti dovuti all'abuso.
L'abitudine a consumarlo quotidianamente non comporta assuefazione anche dopo lunghi periodi. Qui di seguito elenchiamo alcuni degli effetti più frequenti da esso prodotti sul nostro organismo. Il caffè, infatti, è una sostanza cosidetta "nervina", che agisce, in generale, sui centri nervosi, provocando un senso di benessere generale, spronando ad essere maggiormente vigili ed attivi sul lavoro non solo fisico, ma anche e soprattutto in quello che richiede maggiore prontezza di riflessi.
Tale stimolazione proviene dalla "caffeina", in combinazione con l'acidocaffettaninnico (miscela di vari acidi tra cui l'acido clorogenico e l'acido caffeico). La caffeina, alcaloide che il Runge scoprì nel 1820, si trova oltre che nel seme anche nelle foglie della pianta di caffè, tè, cacao, cola, matè. Ecco perchè in alcuni paesi (Isola di Sumatra, ad esempio), si fa uso di decotti del fogliame torrefatto.

Una tazzina di caffè contiene circa 5 cg. di caffeina e la sua azione eccitante, che si protrae da una a due ore dopo averla bevuta, agendo sul sistema nervoso cerebro-spinale, provoca un risveglio delle facoltà mentali, allontana la sonnolenza, la noia, la stanchezza, anche quella psichica, gli stati depressivi, potenzia le capacità della memoria, dell'apprendimento, dell'intuizione e della concentrazione, facilita la percezione degli stimoli sensoriali, attenua le cefalee e le emicranie in genere.

Gli effetti positivi della caffeina sull'attività dei centri nervosi superiori è stata sperimentata con la tecnica dei riflessi condizionati: somministrata in dosi terapeutiche si è osservato che aumenta la rapidità dei riflessi condizionati, mentre si riduce il loro periodo di latenza.

La sua azione benefica arriva anche al cuore, perciò nella farmacoterapia essa è usata come cardiotonico. Inoltre, la caffeina potenzia il tono arterioso, senza alterare la pressione, migliorando anche la circolazione delle coronarie . Va tenuto presente che le azioni sul cuore sono del tutto secondarie, e non sono rilevabili nelle dosi usuali di 2-3 tazzine. Ciò vale soprattutto per quelle che possono essere considerate le azioni negative, cioé la tachicardia.

Anche i polmoni beneficiano dell'azione stimolante della tazzina di caffè. In essi si determina un potenziamento della dilatazione dei bronchi, della ventilazione polmonare, che facilitano una migliore respirazione.
A livello della muscolatura dello scheletro il caffè potenzia la capacità di contrazione muscolare, riduce la stanchezza, migliora il coordinamento dei movimenti e il rendimento sportivo. Per questa sua azione tonica sulla muscolatura il caffè è indicato per gli sportivi, perchè allevia la stanchezza, specialmente negli sport di lunga durata, quando maggiormente la fatica si impadronisce del fisico ed i movimenti tendono a farsi pesanti.

Sul gran simpatico stimola i nervi vasomotori e dunque facilita la digestione. Ecco perchè il caffè, oltre che bevanda energetica nel risveglio mattutino, è utile al pranzo ed alla cena, in quanto agisce sulle pareti dello stomaco, favorendo la secrezione dei succhi gastrici, avviando e migliorando il processo digestivo.

Nel fegato attiva la produzione della bile e la contrazione della cistifellea. Negli intestini coadiuva i movimenti, migliorandone le funzioni. Altri effetti positivi della buona tazza di caffè si riflettono sulle reni, dove si ottiene la dilatazione delle arterie renali ed il conseguente potenziamento della diuresi.

Sulle ghiandole endocrine stimola la secrezione delle surrenali (corteccia/cortisone, ecc.; midollare/adrenalina), ed infine stimola la funzione tiroidea ed il metabolismo.

Non è da sottovalutare lo scarso valore calorico del caffè, che, quindi, può essere liberamente consumato senza nuocere nelle diete ipocaloriche.

Identikit del vero caffè.

Il massimo delle qualità aromatiche si ha, naturalmente, col caffè macinato al momento dell'uso. Già dall'aspetto e dal sapore si può riconoscere un ottimo espresso : per definirlo tale occorre che la crema sia bruno-rossiccia con striature, il corpo denso ed il sapore persistente. Al contrario, un espresso imperfetto può essere sottoestratto se presenta crema chiara con larghe bolle, corpo inesistente, sapore povero; o sovraestratto, con una schiuma scura, gusto amaro, astringente, con poco aroma.

Per riconoscere un buon espresso anche al bar basta dedicare un attimo di attenzione all'esame della "tazzina": la crema deve aver un bel colore nocciola, essere particolarmente densa, tanto che lo strato di zucchero deve scendervi lentamente, e la crema ricomporsi dopo aver girato lo zucchero.

La temperatura del caffè presentato è molto importante, in quanto il calore permette una maggiore concentrazione di sostanze odorose, diverse a seconda delle miscele utilizzate.

In bocca, poi, con l'associazione delle sensazioni olfattive con quelle del palato, i professionisti ed i veri amanti del caffè riconoscono quello che viene comunemente definito il "flavour" : cioè la ricchezza e la corposità del gusto.
Inoltre, essere in grado di riconoscere un buon espresso facilita persino la preparazione del caffè casalingo, anche se i risultati saranno chiaramente diversi poichè diverse e meno sofisticate sono le macchine utilizzate per la preparazione.
  Il caffè preparato ad arte

Eccovi il decalogo per la preparazione di un vero caffè all'italiana, fatto con la moka. Seguendo questi piccoli consigli, riuscirete ad apprezzare al meglio il caffè fatto in casa.

1- Acquistare una buona marca di caffè, pregiata per qualità, adatta al vostro gusto.

2- Evitare assolutamente miscele con surrogati, che alterano sostanzialmente la riuscita della bevanda. Poco ma buono, insomma.

3- Usare acqua fresca e leggera é la seconda componente importante. Acque salmastre o ricche di calcare o dure come quelle che si trovano in alcune località affievoliscono il sapore integro. Ricordate di non usare acqua bollita.

4- Dosare convenientemente le proporzioni di caffè e acqua. Le più diffuse caffettiere, il tipo Express e la Napoletana, hanno già predeterminate le proporzioni in rapporto al numero di tazzine desiderate. Negli altri casi si ricordi di utilizzare un cucchiaio da tavola colmo per ogni persona.

5- Non accelerare i tempi di preparazione, introducendo nella caffettiera l'acqua calda; al contrario si parte dall'acqua fredda, che dovrà riscaldarsi gradualmente sulla fiamma vivace. Pazientate qualche minuto.

6- Non pressare la polvere dentro la caffettiera. Poggiare la polvere delicatamente, eliminando i grumi.

7- Seguire la fase di infusione, non abbandonando la caffettiera sul fuoco; potrebbero compromettersi caffè e caffettiera. Il coperchio va tenuto alzato in modo da evitare che la condensa del vapore precipiti nel raccoglitore, bruciando o alterando il gusto del caffè.

8- Togliere la caffettiera dal fuoco, a caffè pronto. La bevanda non deve mai arrivare a bollire, perche diventerebbe sgradevole, quindi spostare la caffettiera dal fuoco qualche istante prima che termini l'erogazione.

9- Bere il caffè molto caldo, appena fatto: é il momento più indicato per goderne aroma e gusto pieni. Il caffè rimasto va conservato in recipienti di vetro e ceramica, non metallici; inoltre va riscaldato a bagnomaria o a fuoco minimo su piastra elettrica; mai direttamente sul fuoco.

10- Pulire accuratamente la caffettiera ogni qual volta la si usa, non usare sapone o detersivi ma sciacquare con acqua bollente. La pulizia del filtro va fatta con molto scrupolo, perche è il punto in cui potrebbero annidarsi residui e depositi, con conseguenti effetti antiigienici sulla bevanda. Ci si può aiutare con spazzolino a setola animale e risciacquare con acqua pulita. Prima dell'impiego é consigliabile far bollire con poco caffè le caffettiere nuove o quelle a riposo da lungo tempo.

Conservazione:

Il caffè si può conservare in ambiente atmosferico, per esempio in un normale sacchetto, ma l'aroma si disperde facilmente dopo due settimane; oppure sottovuoto, processo che assicura al prodotto alcuni mesi di durata.
La soluzione migliore é però rappresentata dalle lattine pressurizzate, che mantengono i chicchi inalterati per più di un anno.
Questo procedimento, inoltre, consente un miglioramento qualitativo della miscela nei primi 60 giorni di conservazione.
Il "cotto" in grani o macinato deve essere imballato in pacchi sottovuoto che gli permettano di conservare tutte le proprietà organolettiche.
A tale proposito, la
Iricaf Italia utilizza una speciale tecnica per l'imballaggio del caffè in grani: sulla confezione, da cui è tolta l'aria come avviene nel comune pacchetto sottovuoto macinato, viene applicata una speciale valvola per la fuoriuscita dei gas che si formano internamente alla confezione.

Provenienza:
indica il paese produttore ed eventualmente la regione o il porto di imbarco. Talvolta è indicata pure la Azienda produttrice o l'esportatore.

Difetti ed impurità:
Si prende in esame il numero di difetti (grani difettosi o corpi estranei) presenti nella merce, generalmente un campione di 2/3 di libbra, 300 grammi.

Specie botanica:
viene indicata quasi sempre la specie botanica della pianta.

Metodo di lavorazione:
Naturali, i caffè lavorati per via secca.
Lavati, quelli lavorati per via umida.

Annata del raccolto:
è normalmente indicata a cavallo di due anni, in quanto l'anno della produzione del caffè si fa partire da Luglio ed esistono variazioni nelle date dei raccolti da paese a paese. Si possono avere le seguenti definizioni:
Old crop - raccolto da due o più anni
Past crop - raccolto nell'anno precedente
Current crop - raccolto in corso
New crop - prossimo raccolto
Oltre a tali definizioni, il raccolto si distingue tra Principale e Fly crop (raccolto secondario).

Forma della grana:
Flat bean - grana piatta, talvolta allungata.
Burbon - grana arrotondata e convessa.
Caracolito - grana piccola e tonda (perla).
Maragogype - grana particolarmente grossa.

Grossezza della grana:
é indicata con il crivello (screen in inglese, crible in francese).
Nella crivellatura si setacciano i chicchi usando lastre con fori calibrati. Il diametro dei fori, indicato in 64esimi di pollice, indica il crivello. Cosi, il caffè che non attraversa i fori del diametro 18/64 di pollice, viene catalogato di crivello 18.

Colore:
il colore del caffè varia a seconda della zona di provenienza, della specie botanica, della durata di conservazione: il giallo dei vecchi raccolti di Arabica naturali, il bruno dei Robusta, il verde dei nuovi raccolti di Arabica, fino al blu dei caffè centro-americani lavati.

Portare alle labbra una tazza di caffé fumante é un gesto comune in buona parte del mondo, ma pochi si saranno posti domande sull'origine della bevanda, la sua storia, il suo significato sociale.
Sulle sue origini vi sono molte leggende. Tutti conoscono quella delle capre che, in un convento musulmano dello Yemen, si misero a saltellare impazzite dopo aver brucato foglie e bacche di un arbusto di montagna: i monaci incuriositi ne fecero un infuso...
Meno nota la leggenda su Maometto: si narra che un giorno in cui il Profeta si sentiva malissimo l'Arcangelo Gabriele gli venne in soccorso, portandogli una pozione inviatagli direttamente da Allah. La bevanda era scura come la Sacra Pietra Nera della Mecca, comunemente chiamata "qawa". Maometto la bevve, si rianimò di colpo e ripartì per grandi imprese.
Un'altra antichissima leggenda raccontava di una bevanda sorgente di estasi, in grado di trasportare lo spirito fino alle sfere celesti.
La più nota storiella (raccontata agli allievi dal frate maronita Antonio Fausto Nairone, docente di teologia alla Sorbona nel 1700) narra, invece, che in Arabia un pastore di nome
Kaddi , avendo portato al pascolo le sue capre, notò sbigottito che esse, dopo aver mangiato le bacche di una pianta ivi spontanea, mostravano segni di eccitamento. Il pastore non riuscendosi a spiegare l'accaduto, lo sottopose al vegliardo abate Yahia. Costui, intuendo quelle che erano le proprietà della pianta, ne fece una bevanda amara e ricca di calore che, riscaldando il corpo lo rinvigoriva, liberandolo da sonno e stanchezza.

Una leggenda simile vuole, invece, che il caffè sia stato scoperto da un
Iman di un monastero arabo, il quale ne preparò un decotto e lo fece gustare a tutti i monaci del convento, che rimasero svegli senza fatica tutta la notte. Un'altra storiella narra di un monaco arabo, lo sceicco Ali ben Omar, che rimase solo durante un viaggio verso Moka, città nella quale accompagnava il suo maestro Schadeli, morto durante l'itinerario. Apparsogli un angelo, fu incoraggiato a proseguire verso quella città, dove infuriava una terribile peste. Qui, con le sue preghiere ad Allah, riuscì a guarire molti malati e persino la figlia del re, della quale si innamorò. Il Re, però, allontanò il monaco, il quale, costretto a vivere nella solitudine della montagna, per appagare la fame e la sete, dovette invocare l'aiuto del suo maestro, il quale gli inviò un magnifico uccello dalle piume variopinte e dal suadente canto. Destato e sollevato dal melodioso canto, Omar si avvicinò per ammirare l'uccello e, giunto sul posto, vide un albero rivestito da fiori bianchi e frutti rossi: la pianta del caffè. Colse alcune bacche e ne fece un decotto dalle virtù salutari che, spesso, offrì ai pellegrini che riceveva nel suo rifugio.
Sparsasi la notizia delle qualità magiche della bevanda, il monaco venne riaccolto nel regno con grandi onori.

 

 

 
Comunque sia, i resoconti di parecchi viaggiatori testimoniano che l'uso del caffè fosse diffusissimo in tutto l'Oriente Islamico alla fine del XVI secolo.

In Occidente il caffè si diffuse attraverso Venezia, dove, si pensa, sia stata aperta la prima "Bottega del Caffè" nel 1640, anche se alcuni ritengono che ne sia stata aperta una precedentemente a Livorno. In ogni caso, il successo fu immediato ed il caffè, sia come bevanda che come locale, si diffuse in ogni città italiana.
La diffusione del caffè nel mondo fu facilitata da una lotta di interessi tra chi voleva conservare l'esclusiva delle preziose piantine e chi desiderava ottenere una parte dei profitti che esse procuravano.
Nel 1690 un comando di marinai olandesi sbarcò sulle coste di Moka, nello Yemen, e riuscì ad impadronirsi di alcune piantine: dopo pochi anni, fiorirono le prime piantagioni a Giava e Sumatra. In seguito, il caffè si diffuse impetuosamente in tutta l'America Centrale e Meridionale dove, specialmente in Brasile, esistono tutt'oggi le maggiori piantagioni del mondo.
Il caffé nel periodo napoleonico.

Un'ultima leggenda racconta che un immenso incendio si propagò in un vastissimo territorio dell'Abissinia, coperto da piante spontanee di caffè, facendo diffondere a decine di chilometri di distanza l'aroma di quella che poté essere considerata una gigantesca torrefazione naturale.Ulteriori leggende fanno risalire le origini del caffè agli altipiani dell'Abissinia, dove,pare, siano le sue vere origini.

 

La storia e l'etimologia del caffè sono avvolte nel rituale "C'era unavolta... il qahwah: parola che in origine, nel linguaggio arabo classico, indicava una bevanda che, prodotta dal succo estratto da alcuni semi, veniva consumata come vino rosso scuro, o, in generale, come

liquido che, bevuto, provocava effetti stimolanti ed eccitanti, tanto da essere usato anche come medicinale.
Il significato, poi, si restrinse col tempo, trasformandosi da "qahwah" al turco "quahvé", cioè caffè nel vero senso della parola.
Nonostante le diverse derivazioni, il termine scientifico esatto é "Coffea arabica": questa derivazione è a volte contestata da quanti sostengono che la parola caffè derivi dal nome della regione in cui la pianta cresceva spontaneamente, cioè la Caffa in Etiopia.

L'origine del caffé

Come per altri tipi di piante e semi, anche la scoperta e l'introduzione del caffè sono legate alla storia delle guerre, delle colonizzazioni e del commercio. La sua diffusione nel mondo é stata facilitata dalle numerose vicende belliche e coloniali di quei popoli, che, durante i loro viaggi di affari, lo introdussero nelle diverse terre. Molte leggende, dunque, sono sorte intorno a tale bevanda ed alcune hanno sicuramente un pizzico di verità.
Gli abitanti dell'Abissinia raccoglievano le bacche di caffè e, dopo averle fatte essiccare, le abbrustolivano e con burro e sale ne facevano dei pani aromatici che consumavano durante i loro viaggi. Questa usanza é praticata ancora oggi da alcune tribù africane.
Analogo consumo ne facevano gli antichi guerrieri arabi che credevano che tale cibo, per la presenza di caffeina, li rendesse più coraggiosi e aggressivi durante le battaglie.

Secondo alcuni studiosi l'importazione e la coltivazione della pianta del caffè si diffuse in Arabia nelle zone montane dello Yemen, in seguito alle invasioni etiopiche del XIII e XIV secolo. Infatti, proprio in Arabia sono ambientate le storielle più popolari sul caffè, in quanto proprio all'Arabia si attribuisce l'impiego delle bacche sotto forma di bevanda.