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       Thai Boxe o Muay Thai     
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Thai Boxe o Muay Thai



Le origini:
E' un'arte marziale, che risale a 1500 anni fa. Nata da un popolo guerriero che dovette combattere per mantenere un'identità ed una indipendenza: il popolo Thai (chiamato dai cinesi Ao - Lai) che sarebbe poi diventato la razza Thailandese.

Questa tribù, migrando alla ricerca di una terra dove stabilirsi, si spostò dal nord dell'India, allo Yunnan (nella Cina meridionale), fino a raggiungere il luogo che sarebbe diventato il regno del Siam. Trovandosi spesso a dover combattere per difendere il loro diritto ad esistere come gruppo etnico, tramandarono le loro tradizioni e le loro tecniche di combattimento prema verbalmente e in seguito codificando un manuale costantemente aggiornato (il "Chuppasart"). Il combattimento prevedeva due settori : uno che si occupava della lotta armata e l'altro del combattimento a mani nude con l'utilizzo di tutto il corpo. Quest'ultima parte rappresentava la "Muay Thai" che comprendeva calci, ginocchiate, gomitate, leve articolari e strangolamenti.

Lo sviluppo:
I sovrani ebbero un ruolo fondamentale nello sviluppo di quest'arte marziale organizzando tornei in tempo di pace e lezioni di gruppo anche a scopo di difesa personale. Data la supremazia "Thai" durante i sopracitati tornei, le popolazioni avversarie li soprannominarono "la razza dalle otto braccia" proprio il caratteristico combattimento con ginocchiate e gomitate. Dai primordi ad oggi, la Muay Thai, è stato lo sport e la passione di tutta la popolazione Tailandese portando ad una continua evoluzione tecnica. Fu disciplina di insegnamento scolastico fino al 1920 quando venne abolita per i frequenti incidenti che avvenivano durante gli allenamenti. Nel 1930 il governo obbligò le federazioni ad utilizzare regolamenti simili a quelli in vigore per il pugilato occidentale, introducendo: ring, categorie di peso, guantoni (inizialmente del peso di 4 once poi di 10), proibendo i calci portati all'inguine e i colpi di strangolamento. I militari odierni continuano ad allenarsi con le regole originarie, utilizzando anche le mani nude per poter provare tecniche a dita tese portate agli occhi e alla gola. Oggi gli atleti Tailandesi sono tra i più temuti al mondo anche se la diffusione della Thai boxe ha permesso alle civiltà occidentali di conoscere , apprezzare e praticare questa disciplina con ragguardevoli risultati.  

 


 

Tecniche di lotta e proiezione (Chap Ko)

La Muay Thai (nella sua forma sportiva ed in quella marziale, la Muay Boran) ha da sempre dato massima enfasi alla combinazione di lotta e colpi, precorrendo in un certo senso l'esplosione del Cross Training o allenamento incrociato tra specialità di lotta (Judo, Lotta Libera, Sambo) e specialità di colpi (Pugilato, Karate, Kick Boxing), al punto che per i maestri thai la vera arte nell'arte è il cosiddetto "Chap Ko" o combattimento corpo a corpo stile thai, che deve assolutamente far parte del bagaglio tecnico di ogni atleta che si voglia definire un thai boxer.
Il grande numero di tecniche che costituiscono il patrimonio del Chap Ko è normalmente conosciuto ed applicato in combattimento solo parzialmente dagli appartenenti ai vari Kai Muay (campi di allenamento), che il più delle volte si specializzano in uno dei 5 settori del sistema:
1. lotta e ginocchiate (il settore più noto della lotta thai, detto Chap Ko Ti Kao)
2. lotta e proiezioni
3. lotta e gomitate
4. lotta e pugni
5. lotta e leve e strangolamenti.
N.B. Quest'ultimo settore è ormai il meno praticato a causa della scarsa applicabilità sul ring per le limitazioni imposte dal regolamento sportivo ed è patrimonio pressoché esclusivo della Muay Boran.
La base della pratica del Chap Ko è data dalla ripetizione effettuata in maniera
esasperata delle tecniche di lotta propriamente detta (prese, sbilanciamenti, agganci etc.) alle quali vengono abbinate di volta in volta colpi (con gomiti, ginocchia e pugni soprattutto ma anche con testa, spalle e avambracci), squilibri, proiezioni, leve articolari o strangolamenti.
Solo attraverso questo sistema di allenamento realistico, effettuato sempre con le dovute precauzioni e protezioni, si riesce ad ottenere un bagaglio tecnico effettivamente utilizzabile anche in condizioni di massimo stress quali il confronto con un avversario, sul ring o in contesti meno sportivi. Proprio questa metodologia è il punto di forza della Muay Thai e del Chap Ko in particolare: riuscire a lavorare ad intensità massima con un partner che ci offre una adeguata opposizione senza tuttavia danneggiare la sua o la nostra integrità fisica, permettendo al nostro corpo di "memorizzare" effettivamente le tecniche in condizioni di sicurezza.
Se tale principio è ormai dato per scontato nella pratica delle tecniche di pugno (vedi pugilato occidentale), di calcio (vedi kick boxing o taekwondo) e di lotta (vedi lotta olimpica o judo), tale non è se cerchiamo di combinare lotta e percussioni come avviene negli scontri senza regole e nel Chap Ko.
Le stesse azioni di leve articolari e strangolamenti proprie del patrimonio della Muay Boran, resterebbero lettera morta senza il supporto del metodo di allenamento basato sulla lotta thai, attraverso la cui pratica regolare si riesce a creare una base di efficienza nel combattimento a corta distanza indispensabile per riuscire poi ad applicare lussazioni, rotture o soffocamenti.
Oltre ai numerosi vantaggi di ordine tecnico, la lotta thai è un supporto indispensabile per fornire al praticante un tipo di sensibilità e di preparazione atletica specifica che, proprio nel combattimento corpo a corpo trova la massima espressione: in primo luogo, non potendosi più basare sulla percezione visiva dei colpi essendo a distanza molto ravvicinata, il thai boxer viene costretto ad imparare a "sentire" le intenzioni dell'avversario più che a osservarle, siano esse azioni offensive con colpi che tentativi di proiezione o quant'altro.
Secondariamente poi, la pratica della lotta, alternando fasi di contrazione isometrica ad altre di rilassamento o di esplosioni di energia, forgia in maniera specifica il praticante anche sotto il profilo atletico, fornendogli un tipo di resistenza muscolare a metà strada tra un lottatore ed un colpitore, con ovvi vantaggi nel frangente dello scontro reale.
Nella stessa madrepatria il Chap Ko ha avuto periodi di fulgore alternati ad altri in cui è rimasto in secondo piano per il maggior favore accordato dal pubblico degli appassionati alle più spettacolari tecniche di calcio o di pugno; dagli anni del grande Diesel Noi ad oggi però la lotta thai è tornata in auge e, negli ultimi dieci anni, si è tornati a favorire questo aspetto tecnico in molti dei migliori Kai Muay di Bangkok ed a studiare il Chap Ko sia come base del combattimento sportivo sia come fondamento delle tecniche di difesa personale del Siam contenute nel bagaglio tecnico della Muay Boran
 


 

In tutta la storia Thai, il Muay Thai (è questo il suo nome corretto) ha avuto una notevole importanza. Ma, durante il regno di Pra Chao Sua (che era conosciuto come il "Re Tigre"), il pugilato Thai ottenne nuova forza ed importanza poichè il re stesso era, non solo un seguace ed un appassionato di quest' arte, ma ne era anche un grande campione. Viaggiava solitamente di villaggio in villaggio, partecipando alle varie fiere in incognito e combattendo contro i campioni locali per premi di denaro, senza che nessuno riuscisse mai a capire chi fosse in realtà. In effetti, si dice che alcune delle tecniche, applicate quotidianamente, anche oggigiorno, nel Muay Thai, siano basate sullo stile di lotta di Pra Chao Sua. A quei tempi i guantoni da boxe erano prodotti con corde di canapa intinte in una soluzione di colla. Se, addirittura, alla colla venivano mischiate schegge di vetro, i risultati erano chiaramente devastanti. Un primo esempio di protezione per l' inguine aveva la forma del guscio di un mollusco, e le comunità delle zone interne utilizzavano, al posto della conchiglia, un pezzo di corteccia d' albero. Ma questo sport era così violento che, agli inizi del 20° secolo, i decessi che avvenivano sul ring erano molto frequenti. Nonostante l' intervento del governo con nuove regole molto rigide, che si sperava sarebbero servite a ridurre o a eliminare questo tipo di morte violenta, continuarono a verificarsi danni al cervello, ferite molto gravi e decessi. Entro il 1930, tuttavia, furono introdotti i moderni guantoni da boxe, nuove regole, regolamentazioni, divisioni a seconda del peso e combattimenti sempre aventi luogo all' interno del ring, accorgimenti che resero quest' arte molto più sicura. Il Muay Thai era quindi divenuto "maggiorenne", ma non era ancora, del tutto privo di pericoli. Nonostante il nuovo corpo di leggi, infatti, i decessi erano ancora piuttosto frequenti, per lo più dovuti allo shok del colpo di gomito alla tempia. Il pugilato thai è probabilmente lo sport di contatto tra i più violenti tra tutti gli altri che compongono il vasto panorama degli sports da combattimento (anche se non necessariamente il più efficace), le sue tecniche letali possono entrare benissimo anche nella guardia più solida, arrecando danni irreparabili. L' occidente, tuttavia era così conscio della reputazione di quest' arte e del pericolo insito, che si decise di eliminare i colpi di gomito e le altre caratteristiche letali, per creare il nuovo, più sicuro sport della boxe unita anche alle percussioni con calci. Tutto l' allenamento del Muay Thai ruota attorno ad abilità combattive di primo livello. Agli studenti principianti viene per prima cosa insegnato il movimento dei piedi e delle gambe, in quanto formano la gamma di possibilità dell' attacco e della difesa del combattente. Non vi sono veri e propri preliminari nell' arte, solo una serie di tecniche brevi, ben organizzate, che si dispongono in un preciso schema d' attacco. Un' aspetto oltremodo interessante dell' arte è l' utilizzazione del Yng Kow (ginocchio lungo). Questa particolare tecnica consiste in un' unica mossa di difesa ed attacco. Può essere sia utilizzato per un' attacco allo stomaco o allo sterno, oppure tramutato da un colpo con il ginocchio in un calcio frontale solamente estendendo maggiormente la gamba. Nel pugilato Thai, a differenza delle altre arti marziali, il combattente apprende le tecniche per calciare utilizzando la propria cresta tibiale, e non le altre parti del corpo. La cresta tibiale viene quindi deliberatamente rafforzata durante gli allenamenti, perquotendola ripetutamente contro un cuscinetto o una borsa pesante. Ma, alla fine dopo questo duro allenamento si è ottenuta la consistenza di una sbarra di ferro. L' allenamento per l' acquisizione della forza fisica nel Muay Thai è probabilmente il più severo e faticoso rispetto a tutti gli stili di combattimento asiatici. Gli studenti che vivono in speciali campi di allenamento, percorrono circa 8/9 km per volta, seguiti da una percorso di 3/5 km di nuoto. Senza fermarsi neppure per una pausa, il combattente si sposta verso l' area dove si trovano i sacchi appositi, per passare almeno un' ora a colpirli con pugni e calci. Poichè il combattimento può durare anche per un lungo periodo di tempo, è di fondamentale importanza che i combattenti siano sempre in ottime condizioni fisiche.



 

 
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La Kick Boxing è una delle discipline da combattimento più in voga oggi,

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