YEREVAN (Armenia) - La Russia è
contraria a un uso indiscriminato della forza per punire i responsabili degli
attentati di martedì negli Stati Uniti. E' stato il presidente Vladimir Putin,
durante la sua visita in Armenia, a chiarire la posizione di Mosca: "Il
male deve essere punito", ha dichiarato, "ma non dobbiamo comportarci
come banditi che colpiscono alle spalle. Dobbiamo soppesare le decisioni e
prenderle sulla base di fatti dimostrati".
Insomma: prima di agire, bisogna raccogliere le prove. Subito dopo gli
attentati, Putin aveva assicurato al presidente americano George W. Bush il
sostegno del suo governo nella lotta al terrorismo internazionale; ma
l'autorizzazione data dal Congresso alla Casa Bianca a usare la forza militare
potrebbe aprire, per Mosca, scenari pericolosi.
Anche il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov ha insistito sul fatto che
"l'uso della forza su larga scala, per esempio attraverso bombardamenti a
tappeto, non risolve il problema di punire le belve responsabili degli
attentati". La cosa giusta da fare, ha aggiunto, non è rispondere
frettolosamente, ma "discutere la questione, possibilmente a livello
internazionale, individuare gli obbiettivi e pianificare ogni cosa con
attenzione così da intervenire con precisione".
Questa prudenza sull'intervento si unisce però a una condanna durissima degli
attentati di martedì. Sempre dall'Armenia, Putin ha detto che "quello che
è avvenuto negli Stati Uniti, per la portata e l'atrocità, è paragonabile a
quello che fecero i nazisti nel corso della Seconda guerra mondiale".
"Mi sento colpevole per quello che è successo", ha concluso,
"noi abbiamo parlato molto della minaccia terroristica, ma evidentemente
non abbastanza".
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