AREA IN COSTRUZIONE
La pillola abortiva
Contraccezione d'emergenza
L’approvazione anche in Italia della "pillola del giorno dopo" non
ha mancato di creare qualche confusione, anche perché la notizia è arrivata
quasi contemporaneamente a un’altra, e cioè l’approvazione negli Stati
Uniti della RU 486, cioè del mifepristone, che è invece una sostanza in grado
di indurre l’aborto.
Le due cose non hanno niente a che vedere in quanto un conto è l’interruzione
volontaria di gravidanza, un conto è la contraccezione d’emergenza, categoria
nella quale rientra la pillola del giorno dopo.
Che cos’è la contraccezione d’emergenza
Sono
i mezzi con i quali si impedisce la gravidanza dopo che la donna ha avuto
un rapporto non protetto, cioè nel quale non sono state prese misure
anticoncezionali (preservativo, spirale, diaframma o anche coitus interruptus)
oppure si sono verificati degli incidenti (il preservativo può rompersi, il
diaframma può spostarsi) o ancora, ipotesi peggiore, si è subita una violenza
sessuale.
Per ottenere la contraccezione d’emergenza si ricorre a due sistemi.
Come va attuata
Come funziona e perché non è un aborto
La
pillola del giorno dopo agisce ritardando o impedendo l’ovulazione,
ostacolando il passaggio dell’ovaio all’utero attraverso le tube oppure
ancora impedendo che l’uovo si impianti nell’utero. Tutti i passaggi, però,
che avvengono prima della gravidanza vera e propria A riprova di questo
fatto, se è già avvenuta la fecondazione la pillola del giorno dopo
non ha effetti. Lo stesso discorso vale per lo IUD: inserito dopo il
rapporto agisce soprattutto impedendo che l’uovo si impianti nell’utero.
L’aborto, in qualsiasi forma, consiste invece nell’agire dopo che è
avvenuta la fecondazione e, quindi, quando c’è già un pre-embrione o un
embrione più o meno sviluppato.
Ci sono effetti collaterali?
Della
nausea e del vomito si è già detto. Sempre nel caso dei farmaci a base di
termini, si segnala la possibilità di astenia, lievi perdite di sangue
dall’utero (simil-mestruali), mal di testa, dolori addominali (mal di
pancia…). Tutti questi effetti collaterali tendono a ridursi da sé, al limite
potranno essere necessari farmaci contro nausea e vomito. Può anche capitare
che nel mese successivo le mestruazioni si presentino con qualche giorno di
anticipo o di ritardo, ma il ciclo si regolarizza subito dopo.
Per lo IUD si hanno questi effetti indesiderati: disturbi addominali (senso di imbarazzo), piccole emorragie e, a volte, infezioni.
La sicurezza della contraccezione di emergenza
Se
per sicurezza si intende l’efficacia, l’uso della pillola anticoncezionali,
della spirale o degli altri metodi precoitali (cioè che precedono il rapporto)
danno maggiori garanzie. Però, in caso di incidente, i due sistemi descritti
possono essere considerati efficaci. Si tenga presente, però, che meno tempo
trascorre dal rapporto, meglio è: l’efficacia della pillola del giorno dopo a
base di progestinici sale dall’89% al 95% se viene assunta entro 24 ore dal
rapporto. Inoltre, l’efficacia varia a seconda del momento del ciclo in cui si
trova la donna: più vicina è l’ovulazione minore è l’efficacia.
Se invece per sicurezza si intende l’assenza di gravi effetti secondari
all’assunzione, è bene ricordare che è dal 1974 (quando il medico canadese
Albert Yuzpe ha pubblicato i primi studi) che si ricorre alla pillola del giorno
dopo e che non sono stati segnalati incidenti gravi. Vale infine la pena di
ripetere che se si è già incinta, la pillola del giorno dopo semplicemente non
funziona.
La pillola abortiva o mifepristone
Qui
il discorso è completamente diverso. Intanto il mifepristone non è un ormone,
ma una sostanza che impedisce al progesterone (questo sì un ormone
fondamentale) di svolgere il suo lavoro, occupandone i recettori nell’apparato
genitale femminile. Il risultato è che la somministrazione del mifepristone dopo
che è avvenuto il concepimento induce l’aborto. In pratica, sostituisce
il bisturi attivando gli stessi meccanismi che causano l’aborto spontaneo.
L’unico punto di contatto con la pillola del giorno dopo è che,
effettivamente, se si somministra questo farmaco a dosaggio molto più basso
entro cinque giorni da un rapporto non protetto si ottiene una contraccezione
d’emergenza.
Tuttavia non è questa l’indicazione principale del farmaco.
Peraltro, vista la sua azione, per questo farmaco è stato ipotizzato anche
l’impiego nel trattamento del tumore della mammella, dell’endometriosi e
della sindrome di Cushing, tutte malattie il cui andamento dipende proprio
dall’azione degli ormoni sui tessuti interessati (mammella, utero…).
Attenzione, però, il mifepristone non funziona da solo come abortivo: viene
infatti associato con un’altra sostanza, per la precisione una prostaglandina
(il misoprostolo ma anche altre)
Come si assume il farmaco? Quanto è efficace?
Ovviamente,
si assume sotto controllo medico, anche se non è necessario restare in ospedale
ininterrottamente fino ad aborto avvenuto. Prima di procedere, però, è
necessario determinare esattamente l stadio della gravidanza (l’efficacia del
farmaco è massima elle primissime fasi) e controllare che non sia in atto una
gravidanza extrauterina (può essere sufficiente un’ecografia) Lo schema
prevede la somministrazione di 600 mg di mifepristone e, due giorni dopo, la
somministrazione della prostaglandina. Di norma, al massimo entro due settimane
dalla somministrazione del secondo farmaco si produce l’aborto spontaneo, ma
nel 75% dei casi l’aborto si verifica già entro 24 ore dall’assunzione
della prostaglandina. Complessivamente, l’efficacia è del 95% circa, a patto
che si agisca entro la settima settimana di gravidanza. Ovviamente, se il
trattamento non ha effetto è necessario procedere chirurgicamente.
La sicurezza, gli effetti collaterali
Anche
se a qualcuno può essere sembrata una novità, il mifepristone è noto da tempo
e il suo impiego per l’aborto medico (per distinguerlo dall’aborto
chirurgico) è cominciato proprio in Europa, in Francia per l’esattezza, nel
1989. Con molte difficoltà il farmaco è stato successivamente approvato in
Gran Bretagna e Svezia. A oggi si ritiene che sia stato impiegato in Europa in
oltre 600.000 donne e fonti non ufficiali indicano che in Cina (altro paese in
cui è da tempo consentito l’impiego del farmaco) gli aborti così effettuati
siano oltre 3.000.000.
Non è una casistica piccola e finora non ci sono state segnalazioni di
incidenti gravi. Deve comunque essere chiaro che abortire con la pillola
comporta gli stessi effetti collaterali della procedura chirurgica: possibilità
di emorragie, dolori addominali, disturbi gastrointestinali. Rispetto
all’intervento, però, non c’è il rischio di lesioni all’utero e nemmeno
i rischi legati a qualsiasi anestesia.
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