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              deficit erettivo.         

definizione:

In questi ultimi anni la diagnosi e la cura dell'impotenza maschile o "disfunzione erettile", ha per fortuna abbandonato il campo della improvvisazione per entrare con pieno diritto nel novero delle discipline cliniche.
Ciò è dovuto da una parte al miglioramento della cultura generale, per cui questo problema non è più considerato una "vergogna da nascondere", ma, appunto, una disfunzione da curare; dall'altra, al progresso degli studi medici in questo campo..

Si pensi che fino a qualche tempo addietro, l'unica terapia conosciuta per le disfunzioni erettili era rappresentata dal testosterone (ormone maschile) - quasi mai utile e spesso dannoso - o da improbabili "afrodisiaci" privi di qualsiasi base scientifica.
Il panorama terapeutico che si intravede per il futuro appare consolante, stando a quanto è emerso al in diversi convegni medici durante il 1999.
La premessa è però che ogni terapia dovrebbe fare seguito ad una corretta diagnosi.
Per capire la dimensione del problema , dopo il lavoro più importante del 1994 , ( Massachusetts Male Aging Study (MMAS) con 1200 soggetti esaminati ), dobbiamo rivolgerci ad una ricerca epidemiologica effettuata nel 1996 in Italia da tre Società Scientifiche (Società Italiana di Andrologia, Società Italiana di Medicina Generale, Società Italiana di Urologia) e dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
Il termine disfunzione erettile, oggi preferito rispetto al più noto di "impotenza", indica la costante incapacità a raggiungere o mantenere una erezione adeguata a portare a termine un soddisfacente rapporto sessuale. Tale definizione è in accordo con l ' NIH Consensus Development Conference (USA, 1992).
La disfunzione erettile rappresenta una sindrome complessa e multifattoriale, comprendente sia fattori psicologici che organici.

Sebbene la disfunzione erettile non sia una patologia in grado di modificare l'aspettativa di vita, l'impatto sulla qualità della vita stessa può produrre effetti negativi sulle relazioni familiari ed interpersonali del paziente.
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