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La Valle Brembana, in particolare la parte più a nord è rimasta una valle chiusa e poco frequentata per diversi secoli. L'Alta Valle Brembana acquistò un importanza strategica e commerciale verso la fine del 1500, nel momento in cui il Governo della Serenissima reputò importante avere un rapido collegamento con l'Europa sia per il trasporto di merce sia per il reclutamento delle milizie mercenarie dai Grigioni in caso di guerra. L'allora podestà veneto Alvise Priuli, da cui prese in seguito il nome la nuova via di comunicazione (strada "Priula"), tra il 1592 ed il 1593 presentò a Venezia il progetto di realizzazione di un nuovo tracciato per collegare Bergamo alla Valtellina attraverso la Valle Brembana. Prima di allora, infatti, per risalire la Valle dalla città era necessario percorrere la strada denominata "Mercatorum" o anche dei Trafficanti. Provenendo da Bergamo ci s'inerpicava sull'altopiano di Selvino, per giungere a Serina e di qui, superato un valico a Dossena, si scendeva verso il fiume dove un ponte permetteva di portarsi, risalendo la costa opposta, fino al Cornello, patria dei Tasso, in quel tempo paese attivissimo dove si teneva un mercato tra i più importanti della Valle. Cornello era dunque il capolinea della via "Mercatorum" e, nello stesso tempo, partenza della mulattiera che procedeva per Piazza, Averara, fino al Passo di San Marco da dove si immetteva in Valtellina. L'economia dei transiti commerciali e dei mercati era così strutturata su un asse portante di notevole lunghezza, che spesso attraversava zone impervie ed aveva le caratteristiche di una mulattiera per gra parte del tracciato. Non era quindi adatta al passaggio di carri e di merci pesanti, né consona ai collegamenti veloci di
diligenze o di cavalli. Sul suo percorso erano dislocate stazioni di tappa per dare ricetto e protezione alle carovane dei muli.

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                                                  visto e catturato :     2015        2016         2017         2018          by Castelli Stefania

 

 
 La via Bortolo Belotti

Bortolo Belotti (Zogno, 26 agosto 1877 Sonvico, 24 luglio 1944) è stato un politico, storico e giurista italiano. Fu inoltre raffinato poeta ed è considerato la figura più rappresentativa del ‘900 in Valle Brembana. Bortolo Belotti deve la sua fama soprattutto alla Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, il più importante trattato sulla storia di Bergamo e della sua provincia.


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 La via A Locatelli
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  La via A. Sangalli
La via Sangalli


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 La via Castello
La   via Castello è una via  recente, nata per  poter realizzare sulla cima della collina del castello l'arrivo della rete elettrica in alta valle, poi durante la seconda metà del '900 l'area della collina
ha avuto uno sviluppo residenziale, con annessi impianti sportivi " Privati ".  
INFATTI VISIONANDO ANTICHI TESTI VENETI.............

Verso la fine del 1500 il Capitano Giovanni da Lezze relazionò al  Collegio di Venezia una dettagliata descrizione di Bergamo e

dei Comuni compresi nel territorio bergamasco. Di Piazza egli  scriveva così:

"Questa terra è posta in piano fra monti, a sera il monte grande della Forcella et Foghelini, mediante un ramo fiume

Brembo che gli passa al piedi, a dimane il monte chiamato  Colonghello, mediante l'altro rammo circonferendo la detta

terra et anco la terra detta Piana et Lenna che se ben due terre è un solo comune.

Nella qual terra di Piazza vi sono l'infrascritte contrade:  Piazza, Casteler, Vachera, PratdellaPiaza.

Lontani da Bergomo milia 20 et alla sumità dei monti de Valtulina milia 9 per la strada nova.

In tutto sono fochi 65, anime 275: utili 53, il resto vecchi, donne et putti.

Ha un monte chiamato Sole comunale goduto a uso di pascolo et  inoltre il comune ha de entrada d 'affitti intorno £.500¼

Qui non sono richezze se non due o tre che hanno al più de  entrada circa 300 scudi per uno; gl'altri attendono alli traffichi già

detti della ferarezza, de borre et animali; molti habitano fuori del paese in negocii di mercantia, perché essendo sterile né

raccogliendosi grani per due mesi l'anno, sono le persone necessitate habitar altrove et tuttavia le terre però le megliori

vagliono scudi 25 la pertica.

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 La via dei Fosà
Via dei fosà è sempre stata storicamente zona di pascoli, infatti ebbe una struttura di strada quando il vincenzo salvini costruì per il Fabretti il grande fabbricato per la fabbrica tessile, poi dopo il fallimento venne acquistata dal magnati. Vi ricordate  il povero Martino che abitava con la madre Virginia giù nella casa che c'era a fianco della vasca della semea marmi ? Cerco foto ne avete ??????


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 La via dei Gelsi
Il gelso nero (Morus nigra L.), originario dell'Asia Minore e Iran, introdotto in Europa probabilmente nel Cinquecento. Ha foglie più piccole del gelso bianco e produce frutti nero-violacei saporiti.

E si, quante more mi sono pappato da bambino nella zona dell'attuale via dei gelsi, belle grandi e succose, ed invece adesso cemento cemento e ancora cemento.


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 La via Don Angelo Tondini

Molti non sanno chi era don Angelo Tondini. Originario della Valle Imagna, dal 1851 al 1903 don Angelo Tondini fu arciprete a Piazza Brembana, dove era riferimento culturale e spirituale per la popolazione. Fu lui a consigliare e ad aiutare Eugenio Goglio e Giacomo Calegari nella loro scelta di intraprendere gli studi artistici. Morì nel gennaio del 1903.


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 La via Fratelli Calvi

I fratelli Calvi, Attilio, Santino, Giannino e Natale furono militari ed ufficiali degli alpini, che operarono durante la prima guerra mondiale.

Nati verso la fine del XIX secolo a Piazza Brembana, paese dell'alta Val Brembana in provincia di Bergamo, dal cavaliere Gerolamo Calvi, a lungo sindaco del paese, e da Clelia Pizzigoni, legarono i propri nomi alle vicende belliche legate alla “grande guerra”.

Ardimentosi nel conseguire l'obbiettivo, avevano un animo bellico d'altri tempi, quasi romantico, che li distinse al punto da fruttare loro ben 15 medaglie al valor militare, di cui alcune alla memoria.


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 La via G. B. Calegari

La via in oggetto è dedicata al mitico Giovan Battista Calegari nato a Piazza Brembana il 18 ottobre 1895 da umile famiglia di coltivatori,
antichi originari del luogo, meglio conosciuta con il soprannome di “Marmora” per distinguerla da molte altre famiglie omonime del paese;
 non ancora ventenne si arruolò nell’esercito come allievo sergente in forza al Battaglione “Morbegno” del 5° Reggimento Alpini.
Iniziò così la sua brillante carriera militare che da semplice Alpino, lo porterà a ricoprire uno dei più alti gradi dell’esercito, cioè quello di Generale di Brigata nella riserva.


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 La via Ing. Sante Calvi

La via sante Calvi-----
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 La via Mamma Calvi

La mamma Calvi, all'anagrafe CLELIA PIZZIGONI  di Antegnate ( BG ).
A lei è dedicata la via mamma calvi,
Per sapere tutto ma proprio tutto su mamma calvi clicca il link sotto

http://www.piazzabrembana.com/varie/fondazionecalvi.htm


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 La via Monte Sole

La zona del monte sole è completamente cambiata, mentre un tempo i pendii erano completamente coltivati, in gran parte a ortaggi  ma non solo, oggi molti dei terreni sono stati abbandonati e il bosco si sta lentamente reimpossessando del territorio.
Basta vedere le antiche fotografie scattate da Eugenio Goglio, per rendersi  conto del cambiamento.


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 La via Aldo Moro
 

Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978) è stato un politico italiano, cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana.

Venne rapito il 16 marzo 1978 ed ucciso il 9 maggio successivo da appartenenti al gruppo terrorista denominato Brigate Rosse.

Moro era considerato un mediatore tenace e particolarmente abile nella gestione e nel coordinamento politico delle numerose "correnti" che agivano e si suddividevano il potere all'interno del suo partito.

Fu un convinto assertore della necessità di un centrosinistra, da raggiungersi in forma di coalizione politica. Per questa sua scelta politica fu osteggiato da più parti.



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 La via mulere

La via mulere è uno storico ed antico borgo d' importanza strategica per " La Piazza " , infatti è proprio quì che anticamente sorgevano il maggior numero di allevamenti di muli
del territorio sopra la Goggia. Infatti alla Teggia  ora stalla dei Marmora, vi era anticamente il punto di scambio dei muli da trasporto lungo la via Priula. Se visioniamo bene le antiche mappe
troviamo tra la Brusada e le mulere numerose stalle di muli.
Il mulo è un ibrido e deriva dall'incrocio tra l’asino stallone e la cavalla. Già nell'antichità il mulo era allevato in alta valle. Fino a pochi decenni fa il mulo era assai diffuso sia sopra che sotto la Goggia.
  • I muli di prima classe erano i più grandi e robusti e venivano utilizzati dall'artiglieria per il trasporto di armi e munizioni, in particolare per il trasporto del mortaio da 120, che si compone di 3 pezzi: piastra, affusto e bocca da fuoco. Per trasportarlo "manualmente", questo mortaio necessitava di almeno tre alpini.
  • Quelli di seconda e terza classe erano, invece, più piccoli e meno resistenti e venivano usati dalla fanteria alpina per il trasporto di tende, munizioni ed approvvigionamenti; in casi estremi, il mulo diventava esso stesso una fonte di cibo.



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 La via Orenghi

La via Orenghi-------------
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 La via Pissamora

La via pissamora prende il nome da una storica fonte di acqua potabile da sempre in uso nei secoli a Piazza Brembana,
gli abitanti degli orenghi e non solo, da sempre utilizzano quest'acqua pura e leggera.
"Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute".


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 La via Provinciale

La strada provinciale, in acronimo SP, è una strada di secondaria importanza di proprietà del demanio provinciale e in gestione alla stessa.


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 La via Roma

La via Roma era la via principale d'ingresso nell'abitato di Piazza Brembana,
Roma deve la sua grande popolarità  al fatto di essere stata nel corso della sua millenaria storia la capitale dell'Impero romano
e il cuore della cristianità cattolica. Il suo centro storico, sovrapposizione di testimonianze di quasi tre millenni,
è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Roma ospita al suo interno l'enclave della Città del Vaticano.




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 La via Ronchi

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 La via San Bernardo
 

Bernardo di Chiaravalle o Bernard de Clairvaux (Fontaine-lès-Dijon, 1090 – Ville-sous-la-Ferté, 20 agosto 1153) è stato un religioso, abate e teologo francese, fondatore della celebre abbazia di Clairvaux e di altri monasteri (ad esempio, in Italia, l'Abbazia di Chiaravalle).

Viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III, fu dichiarato Dottore della Chiesa, da papa Pio VIII nel 1830. Nel 1853 papa Pio XII gli dedicò l'enciclica Doctor Mellifluus.



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 La via San Carlo

La via San Carlo prende il nome da Carlo Borromeo (Arona, 2 ottobre 1538 – Milano, 3 novembre 1584) è stato un arcivescovo cattolico e cardinale italiano. È stato canonizzato nel 1610 da papa Paolo V.
Borromeo combatté il protestantesimo nelle valli svizzere, imponendo rigidamente i dettami del Concilio di Trento.
 

Morì il 3 novembre 1584 a Milano lasciando il suo patrimonio ai poveri.

Fu proclamato beato nel 1602 e fu canonizzato il 1 novembre del 1610; la ricorrenza cade il giorno dopo la sua morte, il 4 novembre. Fino a qualche decennio fa, questo giorno era anche una festa nazionale italiana, in quanto cade anche la ricorrenza della vittoria nella prima guerra mondiale.



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 La via Torquato Tasso

Torquato Tasso (Sorrento, 11 marzo 1544 – Roma, 25 aprile 1595) è stato uno scrittore e poeta italiano.

La sua opera più importante e conosciuta è la Gerusalemme liberata (1575), in cui vengono descritti gli scontri tra cristiani e musulmani alla fine della Prima Crociata, durante l'assedio di Gerusalemme.



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 La via Tiro a Segno


La via tiro a segno ovviamente, prende il nome dal piccolo viottolo che costeggiava il vecchio poligono di tiro militare e civile di piazza brembana che originariamente era lungo oltre  300 mt.

Il Tiro a Segno, come quasi tutte le attività sportive, trae le sue origini dalla pratica militare. La naturale competitività dell'uomo trovava sfogo nell'esibizione della propria abilità nelle arti marziali. Esempi letterari di Tiro a Segno si hanno nell'Odissea, nella leggenda di Robin Hood ed in quella di Guglielmo Tell. Attualmente tiro a segno indica l'attività di tiro ad un bersaglio di carta o elettronico, con armi da fuoco o ad aria, distinguendosi così dalle discipline del Tiro a Volo e del Tiro con l'arco.
         

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