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                Molti Ragazzi delle 
                nuove generazioni tendono a credere che le arti marziali siano 
                una perdita di tempo, e sull'onda delle loro convinzioni 
                conducono la loro vita   sedentaria ( del tipo appena ho un attimo di tempo vado al bar a 
                bere birra e a      parlare di calcio 
                mangio hamburgher e fumo a più non posso e se mi   
                avanza del  tempo critico tutti a 360°).
 "I cieli stessi girano attorno di continuo, il sole sorge e tramonta, 
        stelle e pianeti mantengono costanti i loro moti, l'aria è in perpetuo 
        agitata dai venti, le acque crescono e calano... per insegnarci che dovremmo 
        essere sempre in movimento."
 Se hai le palle continua 
                a leggere
 
  Una massima che gode, si fa per dire, di  proprietà 
        è la ben nota "Mens sana in corpore sano" (1)Ho conosciuto, e tutt'ora conosco, persone che, pur dotate di salute perfino 
        esagerata, avevano ed hanno la stessa profondità mentale di una 
        seppia di medio sentire nella stagione degli amori.
 (Con tutto il rispetto che bisogna riservare alle seppie. Con le seppie 
        bisogna agire con cautela: una parola in più ed il WWF si scatena.)
 Tutto deve essere nato in una mescita di alcoolici o, addirittura, in 
        un'osteria: Roma Antica.
 Qualche persona nota (forse un aiuto-sottosegretario ai Giochi Circensi) 
        pieno la sua parte, afferma perentorio barcollando: "In vino veritas".
 Applausi scroscianti (tutti sono piuttosto allegri), la voce che Tizius 
        ha fatto un discorso si spande: la conclusione piace, viene presa per 
        vera.
 "Una persona arguta quel Tizius" si dicono l'un l'altro i cittadini 
        di Roma.
 La fama si diffonde, l'amico di Tizius, il non meno noto Caius, roso dalla 
        gelosia ed in preda ad ubriachezza vagamente molesta, farnetica: "Mens 
        sana in corpore sano".
 Gli astanti, usando il metodo deduttivo, concludono che Caius ha creato 
        la massima del secolo (purtroppo l'ha di gran lunga travalicato) e lo 
        inseguono vanamente, cercando di strangolarlo con corone di alloro: il 
        tentativo non riesce ed i risultati li scontiamo tuttora.
 Tendo a ritenere non pericolosa, se occasionale, l'ubriachezza del corpo: 
        nel giusto contesto si può tollerare, scusare o, perfino, invidiare. 
        Non ho la stessa opinione, perchè molto più dannosa, (vedi 
        Marx e non solo) dell'ubriachezza della mente. Questi ed altri detti hanno 
        tutte le caratteristiche per essere ricordati e diffusi, come accade per 
        tutte le malattie endemiche.
 Ne cito alcune:1 - Sono sintetici. Anche persone di memoria labile possono ricordarli 
        e citarli
 2 - Parlano di argomenti generali, per tutti noi piuttosto importanti: 
        vino, salute, verità (probabilmente in questo esatto ordine)
 3 - Hanno tutta l'aria di possedere caratteri di universalità e 
        sono antichi.
 4 - Sparano stupidaggini in forma assolutamente acritica
 5 - Conferiscono un'aria mediamente colta a chi li proferisce
 6 - Non costano nulla!
 Un'amica psicologa, un poco meno cinica, tende a ritenere 
        che una mente assente non possa essere affetta da malattie: non ne sarei 
        tanto sicuro.Penso che molti fra di voi abbiano più volte notato il vuoto che 
        si nasconde, talora, dietro gli occhi di alcuni atleti ed atlete anche 
        molto famosi.
 E' chiaro che non mi sento di fare nomi né, tantomeno, cognomi.
 Di converso, molti fra i più grandi geni dell'Umanità, sono 
        stati colpiti da malattie di ogni genere, anche contagiose. La TBC, ad 
        esempio, andava di gran moda fino a qualche tempo fa.
 Taluni di loro, anche contemporanei, avevano ed hanno il corpo confinato 
        in sedie a rotelle, ma la mente libera, persa in spazi inaccessibili per 
        il resto degli umani, anche di quelli dotati di salute straordinaria.
 E' vero, però, che se una mente esiste ed è disposta ad 
        imparare, la saldezza e la salute del corpo la possono aiutare, purchè 
        saldezza e salute non siano l'unico scopo della vita.
 E' anche vero che corpo e mente interagiscono e che si può (spesso 
        si "deve") partire dalla mente per sanare il corpo, o partire 
        dal corpo per sanare la mente.
 Noi useremo la via apparentemente più semplice: ci occuperemo del 
        corpo.
 A questo punto il mio unico lettore penserà di 
        averla scampata: errore!Proprio quando si sta rilassando e, dopo aver stappato la sua birra, allunga 
        le gambe sul divano preferito ("Non male questo autore." si 
        sta dicendo "Poco noto, ma piuttosto affidabile. Da lui non mi debbo 
        aspettare cattive azioni.") lo colpirò alle spalle con una 
        citazione...greca.
 A consolazione del lettore affranto (a questo punto penserà che 
        non ci si può più fidare di nessuno) dirò che, per 
        quel che riguarda le citazioni greche, non avevo proprio promesso nulla 
        ad alcuno.
 Luciano di Samosata, novelliere sofista di quasi duemila anni fa, affermava:
 "Coloro che si dedicano agli esercizi fisici non 
        si preoccupano soltanto della forma e dell'allenamento, ma anche, al momento 
        opportuno, del riposo. Essi ritengono, infatti, che sia la parte più 
        importante della pratica atletica. Allo stesso modo uno che studia dovrebbe, 
        a mio parere, dopo la lettura di opere di un certo impegno, riposare la 
        mente e renderla, cosi, pronta alla fatica che ancora l'aspetta." L'affermazione, come avrete già notato, non è 
        banale, non viene citata a sproposito nemmeno nelle riunioni post-conviviali 
        e nei comizi sindacali, non è quasi mai oggetto di furiosi dibattiti 
        nelle osterie e nei bar, è addirittura, come vedremo, non solo 
        vera, ma fondamentale.Circa duemila anni fa si citava tranquillamente, senza alcuna pretesa 
        di aver scoperto alcunché di nuovo, un fattore dell'allenamento 
        (il "riposo" appunto) che attualmente molti autori riportano 
        avendo tutta l'aria di aver fatto la "scoperta del millennio": 
        forse hanno letto il nostro Luciano (di Samosata) da quando la sua Storia 
        vera è uscita in edizione economica. Per inciso: scoperta del millennio 
        pare proprio essere. Sembra infatti risalire almeno al quinto millennio 
        avanti Cristo!
 Gli antichi pare poi conoscessero già in maniera 
        piuttosto approfondita un altro cardine dell'allenamento: la progressività.Esiste infatti (anche allora si parlava spesso per parabole) una leggenda 
        che racconta di un lottatore famoso, probabilmente Milo da Crotone, che 
        fin da piccolissimo, si allenava sollevando ogni giorno il suo vitellino: 
        sempre "quel" vitellino. Ogni giorno il peso del vitello aumentava 
        e cosi peso e forza del piccolo energumeno che divenne, con il trascorrere 
        degli anni, un energumeno enorme.
 I meno esperti faticavano assai a distinguere l'uno dall'altro (pare che 
        Milo non avesse una vita coniugale felice) : li aiutava solo il fatto 
        che Milo non aveva la coda.
 Mentre taluni autori ritengono la favoletta una palla poderosa, almeno 
        quanto la stazza di quel lottatore, altri rilevando argutamente l'assenza, 
        in quei tempi, della Lega Protezione Animali, tendono a ritenerla possibile 
        o, almeno, plausibile.
 Una cosa è certa: il principio dell'aumento progressivo del carico 
        è alla base dell'aumento di forza, resistenza, velocità, 
        prestazioni.
 Questo libro si occuperà dei Principi dell'Allenamento 
        e non si piccherà né di rivelarvi aspetti della vita che 
        potrebbero cambiare il mondo, né di rivelarvi nozioni fino ad ora 
        riservate a poche sette segrete. Di vere rivelazioni, fino ad ora, ce 
        n'é stata soltanto una: la Rivelazione. Il suo Autore ha fatto 
        una fine troppo tragica perchè qualcuno, io in particolare, abbia 
        una gran voglia di imitarlo.Troverete invece, se lo leggerete attentamente, alcune considerazioni 
        che potrebbero cambiare in meglio voi, la vostra vita, la vostra salute.
 Allo stesso modo non vi rivelerò segreto alcuno.
 Ho sempre pensato che chi è davvero in possesso di segreti, sarebbe 
        meglio mantenesse la bocca cucita: farebbe una buona figura e non annoierebbe 
        il suo prossimo.
 Cercherò, di stemperare le molte nozioni in esempi ed aneddoti 
        che possano un poco alleviare la nostra fatica: la vostra nel leggermi, 
        la mia nello scrivere.
 "Con un poco di zucchero, la pillola va giù" si canta 
        in un film di Walt Disney.
 Se potete, evitate lo zucchero: usate, al suo posto, un poco di miele 
        o di fruttosio ed un poco di attenzione.
 Quando, affranti, sarete tentati di chiudere il libro (vi direte "Non 
        se ne può proprio più!") per rifugiarvi in qualche 
        telenovela, meditate su un paio di questioni, non del tutto peregrine:
 a - Questo libro, se attentamente letto, capito, applicato, potrà 
        aiutarvi a rendere la vita più sana ed eccitante.
 b - La visione prolungata di una qualunque telenovela vi condurrà 
        per mano verso un solo risultato: un progressivo, inesorabile spappolamento 
        del cervello. (Ammesso ne abbiate uno solo)
 
 Ma avrete certamente capito che è uno 
      scherzetto
 
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