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Il decalogo della corretta alimentazione: sviluppi, commenti, interpretazioni.

Nell'epoca moderna di oscuro vi è pochissimo salvo, forse, le residue qualità dell'anima. Ciò è, in fondo, anche il suo limite. Anticamente dei grandi filosofi, attori, poeti, drammaturghi e via elencando, si sapeva poco o nulla a parte il fatto, abbastanza importante, che facevano tutti il proprio dovere.
I filosofi filosofeggiavano, gli attori recitavano, i poeti poetavano ed i drammaturghi - se cosi mi posso esprimere - drammaturgavano: questo era il loro modo di partecipare al progresso del mondo e, contemporaneamente, di rosicchiare i testicoli al loro prossimo.
Ora di tutti loro e, purtroppo, anche di un sacco di altra gente assolutamente inutile si sa tutto anche le cose più importanti come, ad esempio, il numero di foruncoli che abbelliscono i loro glutei, la misura del reggiseno o, anche, la loro opinione su tutte le questioni che non li riguardano e sulle quali sanno poco o nulla.
Proprio recentemente, ad esempio, un'attricetta delle peggiori (epperò straordinariamente ben dotata per quanto riguarda carrozzeria ed accessori) è stata interrogata a lungo da centinaia di giornalisti su ogni argomento possibile dello sci bile umano: non è capitato per caso, è stato fatto apposta.
Le è stata perfino chiesta una (autorevole) opinione sull'esistenza o meno della vita ultraterrena: confesso di averla vista confusa.
D'altra parte non è stata colpa sua. Se ad una persona mediamente intelligente chiederete opinioni di tal calibro, ella tituberà e porrà mille "distinguo", se le chiederete ad uno scemo ve le darà per giorni e giorni senza alcuna riserva.
Il suo sproloquio potrà essere fermato solo con l'aiuto di un bazooka o di una mitraglia. Cosi è accaduto in tale occasione. Ho seguito tutta la vicenda con estremo interesse: volevo appurare, fra un accavallare e scavallare di splendide cosce, se la bimba indossasse o meno gli slip.
Non sono giunto ad una opinione certa: capita quasi sempre cosi, anche nella Storia del Pensiero, per ogni questione che potrebbe cambiare il mondo.
Ringraziate proprio questo tipo di temperie culturale se, dopo l'enunciazione dei Dieci Comandamenti della corretta alimentazione, dovrete pipparvi (da to pip pip, pip verbo irregolare inglese) una serie di sostanziose spiegazioni.
Solo qualche decennio fa vi avrebbero fatto imparare a memoria solo le enunciazioni e ve le avrebbero fatte recitare a Natale, Capodanno, Epifania, in tutte quelle solennità, insomma, dove la Festa dello Stomaco ha da tempo sostituito la festa dell'anima e degli affetti.
Ricordate un antico, prezioso detto: "Non fate troppa festa al vostro stomaco se non volete che, prima o poi, sia lui a far la festa a voi." (Cosi parlò Zaratustra ed anche il vostro Autore preferito: praticamente un coro alpino).
Il percorso sarà il seguente: ogni paragrafo riporterà uno dei principi enunciati nel precedente capitolo.
Il paragrafo sarà poi chiosato con dovizia di scienza, nozioni, commenti e chi più ne ha più ne metta: tutti i particolari in cronaca.
Orbene (orbene mi piace, dovremmo usarlo più spesso) cominciamo dal:

7.1 Principio numero uno

a - Se il bilancio energetico sarà in pareggio tenderemo a mantenere il peso iniziale.
b - Se il bilancio energetico sarà in attivo tenderemo ad accumulare depositi adiposi.
c - Se il bilancio energetico sarà in passivo tenderemo a utilizzare parte dei nostri materiali di riserva.

I più colti fra i miei lettori (cioè tutti) tenderanno a storcere il naso: "Banalità, banalità, banalità! Ci aspettavamo ben altro da un Autore cosi spaventosamente fervido ed iconoclasta."
Dopo aver loro rivolto un rispettoso invito perchè usino termini tali che anche il loro Autore preferito possa comprenderli senza l'ausilio di un Dizionario, proseguirò contestando con vigore che queste enunciazioni siano poi cosi scontate.
Ho ancora nelle orecchie e (ahi!) negli occhi la voce di una balenottera di qualche centinaio di chili che, mostrandosi in tutto il suo splendore, mi riferiva che, a suo dire, tutto ciò che si vedeva, per ettari all'intorno, era null'altro che gonfio re.
Rimase molto sconvolta nell'apprendere che io pensavo, al contrario, che tut to ciò che riempiva il nostro orizzonte non fosse null'altro che grasso e della qualità migliore: carne che, se ben cucinata, avrebbe potuto massicciamente contribuire alla sconfitta della fame nel mondo.
Altri danno colpa della prominenza del loro stomaco, che a volte oscura il sole, a forme poco conosciute di aerofagia o ad una respirazione troppo profonda.
Altri ancora pensano che ciò che li fa sembrare più simili a tendoni da circo che ad essere umani, sia l'acqua minerale gassata (la cosiddetta sindrome del pallon cino gonfio) e si ripromettono di passare, al più presto, all'acqua naturale.
A nessuno di loro viene alla mente che ingozzarsi come maiali da ingrasso da mane a sera senza fare alcun tipo di movimento possa avere qualche parte, sia pure marginale, nel fenomeno di continua espansione che li affligge.

Come altre volte ho ripetuto ognuno di noi è un universo e quindi ognuno di noi dovrà assumere quantitativi diversi di calorie a seconda di età, sesso, altezza, muscolatura, metabolismo di base, tipo di applicazioni e di vita ecc.
Ma una cosa rimane comunque certa: ogni volta che assumeremo un quantitativo di calorie superiore al nostro fabbisogno, qualunque esso sia, l'eccesso verrà trasformato in materiale di riserva ed immagazzinato in attesa di tempi migliori.
L'unico buon modo di eliminare le eccedenze caloriche prima che si trasformino (e vi trasformino) in rotoli di grasso sparsi per ogni dove è aumentare il movimento incrementando cosi il dispendio energetico.
Ciò favorirà, fra l'altro, il miglioramento del tono muscolare, porterà enormi benefici ad articolazioni, legamenti, tendini (con alcune eccezioni che esaminere mo successivamente) e migliorerà assai la funzionalità di tutto il nostro sistema cardiovascolare.

7.2 Principio numero due

I materiali di riserva a disposizione del nostro organismo sono:

1 - Muscoli cioè materiale proteico
2 - Grasso cioè materiale lipidico
3 - Ossa che vengono intaccate solo in casi disperati

I più attenti fra i lettori, probabilmente quelli del primo banco, si chiederanno se l'ordine di presentazione dei materiali di riserva corrisponda o no all'ordine del loro utilizzo. La risposta è: ebbene si! In caso di necessità il nostro organismo tenderà ad utilizzare, in condizioni normali, dapprima il materiale proteico e, successivamente, grasso e, soltanto in ca so di terremoti organici, ossa: questo essi dietologi non ve lo dicono mai.

Ma alcuni lettori non sono ancora soddisfatti e si dimenano (forse orticaria?) sulle loro poltrone, chiedendosi con insistenza: "Che fine hanno fatto i carboidrati?"
Una splendida domanda che fa loro onore e che rivela che...non hanno studiato abbastanza.
I carboidrati, infatti, sono si riserve energetiche, ma lo sono nel breve periodo e vengono, in caso di necessità, consumati subito ove vi sia richiesta immediata di energia.
Difficilmente una buona riserva di glicogeno (che nel migliore dei casi si aggira sui 500 grammi) aumenterà a dismisura il vostro peso corporeo.

Allorquando vi sottoponete, astutamente, ad una dieta fortemente ipocalorica, il processo che si instaura è, indicativamente, il seguente:

a - Il vostro organismo crede, in un primo momento, che siate impazziti, ma che finirete presto per rinsavire: ha, insomma come la vostra mamma, ancora fiducia in voi. Nel frattempo incomincia a scaricare un po' di liquidi sperando in una pronta reidratazione: voi perdete un po' di peso e siete felici.

b - Quando il vostro corpo avverte che non vi siete ancora convertiti e che continuate a perseguire l'intento di suicidarvi, poichè ha bisogno di energia per poter funzionare e voi non gliela fornite, la prende, esaurite le riserve di carboidrati, dove può ed inizia ad intaccare la massa proteica cioè i muscoli. Voi perdete altro peso e...siete felici.

c - La diminuzione di massa proteica fa abbassare drasticamente il metabolismo di base il che significa che, a parità di altre condizioni, per perdere altro peso dovrete ancora diminuire l'assunzione di calorie, ricadendo cosi ancora nella situazione b. In più, bruciando massa magra, otterrete poca energia e molti cataboliti,cioè pericolose deiezioni metaboliche assai tossiche.

d - Il vostro organismo ormai non ha più fiducia nella vostra saggezza (come possiamo dargli torto?) e cerca di correre ai ripari cercando di farvi spreca re meno calorie per riportare in pareggio il bilancio energetico. Ottiene questo scopo usando tutte le armi a sua disposizione:

d1 - Vi circonda di un' aura di continua spossatezza: voi vi muovete sempre meno, sprecate sempre meno energie, peggiorando cosi il tono muscolare.

d2 - Persegue poi selvaggiamente il suo scopo affliggendovi con mali di testa e vertigini che riducono ancora la vostra già scarsa mobilità.

d3 - Gioca ancora più scorrettamente togliendovi stimoli ed aneliti sessuali il che significa altro risparmio calorico e liti furibonde con la vostra (od il vostro) partner che vi dicono chiaramente che se credete che si siano accompagnati con voi solo per l'acutezza del vostro, si fa per dire, cervello, avete sbagliato tutto nella vita.

d4 - Fa in modo di assolvere a tutte le funzioni di tipo vegetativo risparmiando, dove e quando può e se è possibile, ancora energia.

e - La minore assunzione di nutrienti porta ineluttabilmente ad una drastica diminuzione del vostro metabolismo di base il che significa, ad esempio, che se prima dei reiterati tentativi di suicidio, assumendo 2500 calorie giornaliere mantenevate senza fatica il vostro peso, le stesse calorie assunte ora, aggiungeranno altri rotoli di grasso ai vostri fianchi opimi ed ad altri luoghi su cui sorvolare pare talora bello.

Le calorie bruciate dal nostro organismo per poter sopravvivere (vita vegetati va- metabolismo di base) sono consumate quasi esclusivamente dal tessuto muscolare.

Inoltre (Attenzione! Attenzione!) il nostro organismo reagirà ad una minore as sunzione di calorie con un rallentamento del metabolismo di base.

In altre parole ciò significa che (Attenzione!) il nostro organismo brucerà più calorie quando ci alimenteremo di più, e brucerà meno calorie allorquando assumeremo una quantità minore di nutrienti.

Il rallentamento del metabolismo basale, pur non essendo immediato, interviene entro un lasso di tempo assai breve che, a seconda di età, sesso, doti genetiche, doti bio-chimiche, ambiente, abitudini ecc. si può indicare in un intorno di quattro - sei giorni.

Questo è uno dei problemi fondamentali per tutti coloro che devono affrontare un particolare regime alimentare per perdere una parte del grasso corporeo in eccesso: vedremo come risolverlo nel prossimo capitolo.

Ovviamente, di ciò che abbiamo appena detto, nessuno vuole tener conto: non essi dietologi che, al disturbo di dover percepire la parcella, non vogliono aggiungere complicazioni di alcun genere, non essi pazienti che vogliono solamen te illudersi ed essere illusi e, se possibile, anche essere bastonati duramente.

Una gran parte delle spiegazioni che questo paragrafo meriterebbe, sono già state fornite al paragrafo precedente: 7.2.

Rileggerlo non potrà arrecarvi alcun danno, anzi.

7.4 Principio numero quattro: un'altra strofa della stessa canzone.

Il nostro organismo si affeziona moltissimo al grasso di riserva e cerca di preservarlo ad ogni costo.

In caso di necessità sacrificherà, piuttosto, il tessuto muscolare.

Commenterò insieme quarto e sesto principio perchè gli argomenti trattati sono, per più di un verso, complementari.

Attendere un poco migliorerà la vostra pazienza e la mia propensione a farvi partecipi di segreti che potranno sconvolgere il mondo. Forse.

7.5 Principio numero cinque.

Il tessuto muscolare (idrato) contenendo molta acqua, pesa assai di più del grasso che ne contiene pochissima e che perciò è detto anidro.

Il primo segnale che una qualche dieta è spaventosamente sbagliata è proprio il rapido decremento del peso corporeo. Vediamo insieme perchè.

Come vedremo diffusamente al successivo paragrafo 7.6  il cammino che si de ve percorrere per diminuire la percentuale di grasso corporeo è assai periglioso e, soprattutto, è una sorta di pellegrinaggio che si può svolgere solamente, a si miglianza di quello che accadeva nel Medioevo, in tempi lunghi o lunghissimi.

Supponiamo dunque che stiate seguendo una dieta ipocalorica che riduca il vostro peso in maniera sensibile in pochissimi giorni.

Ragioniamo insieme:

 1 - E' possibile che parte del peso perduto sia dovuto alla diminuzione dei liquidi corporei. E' evidente che la dieta è non solo pericolosa, ma anche inutile: voi non dovete perdere preziosa acqua che verrà presto comunque reintegrata, ma dovete perdere grasso!

2 - Per quanto leggerete al successivo paragrafo 7.6 non state perdendo grasso, se non in minima parte: il grasso pesa poco e perderlo implica sempre il trascorrere di tempi lunghi o lunghissimi.

3 - Quindi (orrore!) state proprio perdendo solidi muscoli: la veloce perdita di peso è proprio dovuta al fatto che la parte più pesante del vostro corpo (appunto il tessuto proteico) se ne sta andando, abbassando cosi, come avete appreso da tempo, il vostro metabolismo basale.

Orbene, ogni qualvolta qualcuno (o qualcosa: vedi per tutti essi dietologi) vi promette dimagramenti rapidi e massicci, tipo tre chili in tre giorni, dieci chili in ventitre giorni e via turlupinando, afferrate il martello più pesante che trovate e percuotetelo forte sugli alluci: almeno per qualche tempo non potrà portare dattorno la sua cattiva novella. Tagliategli, se potete, anche i fili del telefono.

Purtroppo non potrete fare lo stesso con televisioni e riviste che si occupano, a loro dire, di salute: potete, però, o cambiare velocemente canale o smettere di acquistare gli scritti perniciosi e farvi imitare da tutti i vostri amici.

Ricordate che, come possono raccontarvi idiozie poderose sulle diete, lo possono anche fare per qualsiasi altro argomento, cellulite inclusa.

7.6 Principio numero sei.

Le riserve di grasso possono essere bruciate (mobilizzate, metabolizzate) secondo leggi ben precise che ora vedremo.

In ogni caso queste riserve saranno metabolizzate soltanto se saranno presenti gli idrati di carbonio (glucidi, carboidrati).

Chi avrà letto con attenzione il secondo volume di questa stessa serie Quaderni di fitness, (dedicato alla descrizione delle Capacità condizionali: Forza, Velocità, Resistenza) ricorderà che la ricerca della resistenza passava necessariamente per una strada obbligata: carichi lievi, ripetizioni elevate.

La stessa strada va percorsa da tutti coloro che vogliono, attraverso il movimento, giungere ad una maggior mobilizzazione dei lipidi (grassi).

Vediamone la ragione esaminando uno dei modi più comuni usati dal genere umano e per traslocare e per allenare il corpo: la corsa.

1 - Primo stadio.

Iniziamo a correre lentamente: i battiti cardiaci aumenteranno progressivamente e lentamente si stabilizzeranno. Il ritmo della corsa verrà poi incrementato: i battiti di nuovo aumenteranno e, dopo il normale assestamento, rimarranno di nuovo stabili fino a che il carico, sia interno che esterno, verrà mantenuto costante.E' ovvio che stiamo consumando energia, ma questa energia non viene attinta dai lipidi (grassi), ma dai depositi di carboidrati che il nostro organismo ha immagazzinato, soprattutto in muscoli e fegato, sotto la forma di glicoso e di glicogeno. (Vedi anche il paragrafo 7.2 di questo stesso volume, ed il secondo volume della Collana Quaderni di fitness).

Questo quantitativo è irrisorio (circa 500 grammi) e, comunque, perderlo non vi servirà per ridurre il vostro peso corporeo in quanto dovrà essere immediatamente riimmagazzinato non appena le condizioni esogene ed endogene lo consentiranno.

Il fenomeno dell'utilizzazione dei carboidrati (idrati di carbonio - glucidi) si protrae per un lasso di tempo che si aggira intorno ai venti minuti: in questo periodo la metabolizzazione dei grassi è pressochè nulla o assai scarsa. E' evidente, quindi, (per quanto riguarda la ricerca della diminuzione della percentuale di grasso corporeo) l'inutilità di correre in modo selvaggio per dieci o quindici minuti e poi fermarsi di botto: ciò potrà essere utile per migliorare la funzionalità del vostro sistema cardiovascolare o per procurarvi un infarto di qualità assolutamente superiore.

2 - Secondo stadio

Sono trascorsi ormai venti minuti dall'inizio della corsa e stiamo galoppando indomiti per monti e per valli con il cuore che sta cercando di schizzare fuori dalle nostre orbite dilatate.

"Ecco che ci siamo" esclameranno i lettori più attenti, sdraiati mollemente  nella loro poltrona più comoda: "Stiamo cominciando a perdere grasso". Chi ha letto e studiato a memoria il Secondo volume di questa serie (appena nominato) sa che può anche non essere vero. Vediamo il perchè distinguendo due casi strettamente collegati al numero di battiti che il nostro cuore gorgheggia minuto per minuto.

Una premessa importante, necessaria per comprendere tutto ciò che fra poco verrà esposto: Il massimo numero di battiti cardiaci che ognuno di noi può teoricamente raggiungere in un minuto è pari a:  220  meno la propria età dove duecentoventi rappresenta il numero massimo di battiti che possono essere raggiunti, normalmente, dal cuore di un neonato.

Sappiamo cosi, in teoria, che:

 Il massimo numero di battiti-minuto per una creatura di 20 anni sarà:      200

     "       "             "       "          "      “     "     "         "       "  30 anni sarà:      190

     "       "             "       "          "      “      "     "         "       " 40 anni sarà:      180

e via conteggiando.

In realtà la formula è un poco più complicata, ma per quanto a noi serve, quella che abbiamo usato va benissimo, sempre, però, tenendo conto che i valori  effettivi possono anche essere un poco diversi da individuo ad individuo, a seconda di sesso, età, doti genetiche e biochimiche, temperatura, ambiente e, soprattutto allenamento

Siamo ora in grado di proseguire nell'esposizione dei due casi annunciati, per osservare che cosa accade dopo che siano trascorsi i primi venti mìnuti.

Primo caso.

Abbiamo vent'anni e stiamo galoppando forsennatamente: il nostro cardiofrequenzimetro ci informa che il nostro cuore pulsa fra i 150 ed 170 battiti al minuto, pari al 75% - 85% del nostro massimo teorico che è 200.

Ci stiamo allenando con impegno, è vero, ma questo tipo di allenamento favorirà soprattutto il miglioramento di tutti i parametri collegati con il sistema cardiovascolare, e solo in minima parte, la perdita di grasso corporeo.

(Scoperte ed opinioni abbastanza recenti tendono, però, a contestare in parte questa affermazione)   

A questo punto possiamo già giugere ad  una prima conclusione: Se vogliamo migliorare i parametri collegati con il nostro sistema cardiocircolatorio, dovremo mantenere, durante l'allenamento, i battiti cardiaci fra il settantacinque e l'ottantacinque per cento del massimo battito cardiaco teorico. Raggiungere valori superiori può essere assai pericoloso e anche, talora, mortale.

Raggiungere valori inferiori ci fa scivolare nel:

Secondo caso.

Abbiamo sempre vent'anni, siamo ben zavorrati con solida ciccia, e stiamo solo trottando: il nostro cardio-frequenzimetro ci informa che il nostro cuore pulsa attorno ai 120-150 battiti al minuto pari al 60% - 75% del nostro massimo teorico che è sempre 200.

Ebbene si! Stiamo proprio facendo la cosa giusta: stiamo metabolizzando lipidi (grassi)!

Possiamo ora fare una seconda affermazione: Se vogliamo giungere alla metabolizzazione dei lipidi dovremo mantenere il battito cardiaco fra il 60% ed il 75% del massimo battito cardiaco teorico. Raggiungere valori superiori ci farà ricadere nel primo caso.Raggiungere valori inferiori porterà, a seconda delle evenienze, ad una mobilizzazione dei grassi inferiore o pressochè nulla.

Come i più acuti di voi avranno certamente notato, riuscire a mobilizzare i lipidi non è stato facile proprio perchè il nostro organismo tende a difenderli ed a conservarli in tutti i modi, leciti ed illeciti (vedi anche il paragrafo 7.4).

Per metabolizzare i grassi (lipidi), infatti, abbiamo dovuto:

1 - Correre dapprima per venti minuti per esaurire le riserve di glicoso e di glicogeno.

2 - Correre poi ancora per un bel tratto controllando accuratamente che i battiti cardiaci rimanessero in un range del 60% - 75% del nostro massimo battito cardiaco teorico. Una domanda che, lo so, urge nella gola dei miei lettori più voluminosi e più pigri è: "Abbiamo capito benissimo tutto. Ma quante calorie avremo perso dopo aver galoppato un'ora come forsennati?"

Ragazzi, reggetevi forte, a meno che non siate già seduti: dal fronte cattive noti zie.Il dispendio calorico si aggira (a seconda di sesso, età, stile di corsa, temperatura interna ed esterna, tipo di abbigliamento, abilità nell'esercizio, allenamento e via distinguendo) fra 0,9 e 1,2 chilocalorie per chilogrammo di peso e per chilo metro percorso, calcolando anche gli attriti.

Ciò significa che una persona di ottanta chilogrammi che percorra in un'ora di corsa 9 chilometri (seguendo con attenzione le indicazioni appena fornite) avrà un dispendio calorico totale, compresi gli attriti, che si porrà fra:

0,9  x  80  x  9  =   648 chilocalorie       e     1,2  x  80  x  9  =   864 chilocalorie

il che significa la perdita complessiva di nemmeno cento grammi di grasso cor poreo (nel primo caso assai meno!)

"Orrore" esclameranno i miei lettori più sferici aggiungendo a questa esclama zione assolutamente civile, altre aggiunte meno civili dopo avere allontanato i bimbi più piccoli che non frequentano ancora gli asili.

Per gli altri non ci sono problemi: durante le gioiose ore di frequentazione avranno, di certo, imparato a memoria invettive anche peggiori..

Orrore si, ma fino ad un certo punto, se pensate che, soltanto correndo tre volte per ogni settimana, alla fine di un anno potrete aver perso qualche cosa come quindici chilogrammi di grasso sempre che le assunzioni di nutrienti si manten gano ai livelli normali e non trasmodino in abbuffate senza pietà né religione.

Come ho cercato di farvi capire dall'inizio di questo libro (e della Collana: Quaderni di fitness) l'unico modo per ottenere risultati duraturi e salutari è soltanto quello di tenere un insieme di comportamenti razionali e corretti per ogni giorno della nostra vita e per tutta la nostra vita, magari con qualche estemporanea trasgressione. Quindi possiamo concludere che:

---Per ottenere risultati duraturi dovremo tenere comportamenti duraturi ---

Il metodo opposto (continue trasgressioni, con qualche estemporanea puntata nel razionale) non porta, non ha mai portato e non porterà mai ad alcun risultato in termini di miglioramento di intelligenza, salute, amore,  peso, aspetto.

La perdita di grasso corporeo potrà avvenire, poi, se assumerete (come ragione comanda) la vostra normale razione di idrati di carbonio: ecco perchè le diete che limitano in maniera drastica l'assunzione di pasta, riso ecc. sono al livello più basso di idiozia.

Ricordiamo poi che (Attenzione!) i carboidrati hanno valenze caloriche assolu tamente paragonabili ai protidi: vanno soltanto assunti (Attenzione!) come ve dremo nella parte propositiva del testo, secondo criteri razionali ed in periodi particolari della nostra giornata.

Dopo il grido: "No alle diete che eliminano gli idrati di carbonio. Sono assolutamente demenziali!" eccovi, proprio qui di seguito, una ampia, deliziosa, appetitosa spiegazione. Un consiglio: incomiciate, da subito, a leccarvi le labbra.

1 - La demolizione dei glucidi (idrati di carbonio) può avvenire sia per via aerobica sia per via anaerobica.

2 - La demolizione degli acidi grassi (lipidi. trigliceridi) può avvenire soltanto per una via: quella aerobica.

3 - In ogni caso la via aerobica per la demolizione sia dei glucidi che degli acidi  grassi, si dipana per il passo obbligato dell'acido ossalacetico che, appena prima dell'ingresso nel Ciclo di Krebs, è un tipico prodotto della demolizione degli idrati di carbonio.Attraverso queste tre affascinanti considerazioni e aiutandovi con il disegno n... alla pagina... avrete già capito (e lo potrete perfino spiegare al dietologo che, con ogni probabilità, sta cercando di farvi la pelle) perchè sia cosi fondata l'in vettiva che abbiamo ormai più volte lanciato contro le diete ipocaloriche, massi me quelle prive di carboidrati.

Per tutti coloro che non abbiano dimestichezza con questo tipo di fanciullaggi ni, cercherò di spiegare tutto in un modo ancora più semplice.

Due amici Marco (glucidi) e Matteo (acidi grassi) devono recarsi entrambi a Roma (Ciclo di Krebs), ma soltanto Marco ha patente ed autovettura (acido ossalacetico).

Supponiamo anche – in Italia è la norma - che ci sia uno sciopero generale di tutti gli altri mezzi di locomozione, risciò compresi.

E' ovvio che o Matteo (acidi grassi, trigliceridi) andrà a Roma (Ciclo di Krebs) con Marco (glucidi, idrati di carbonio, carboidrati) usando la vettura di Marco (acido ossalacetico) o se Marco, putacaso, dovesse ammalarsi o, peggio, defun gere, Matteo non potrà in ogni caso andare a Roma.

Alla fine di questa (splendida) parabola possiamo ancora una volta affermare che gli acidi grassi possono essere demoliti attraverso la via aerobica del Ciclo di Krebs (ricordiamo che è l'unica via che si possono permettere!) soltanto se (Attenzione, attenzione, attenzione!) sarà presente l'acido ossalacetico il qua le esisterà soltanto se saranno anche presenti i glucidi.

Se potessi permettermi di citare uno dei più grandi tra i surrealisti francesi, ose

rei dire con lui:

"Bello come il fortuito incontro, su di un tavolo operatorio, di una macchina da cucire e di un ombrello." Non vi pare?

Se avremo bisogno di energia (sports, impegni faticosi, passeggiate, corsa, tutte le applicazioni di tipo aerobico insomma) dovremo assumere una quantità maggiore di carboidrati.

Un esperimento che chiunque di voi può fare - io l'ho fatto più volte - è il se guente:

1 - Fissate un percorso standard che possiate percorrere agevolmente in un'ora     di corsa. Poniamo che il percorso misuri dodici chilometri.

2 - Per i tre giorni che precedono la prova assumete solo protidi e lipidi eliminando completamente gli idrati di carbonio e...provate a correre. I risultati saranno assai modesti: o impiegherete più di un'ora, oppure per mantenervi nei tempi previsti arriverete spossati al termine della corsa,proprio perchè avete usato il carburante sbagliato.

3 - Provate ora ad assumere, sempre nei tre giorni precedenti, soltanto idrat idi carbonio.Il risultato, a parità di tutti gli altri fattori, sarà entusiasmante: o impiegherete, per percorrere i dodici chilometri, assai meno di un'ora, oppure termine rete la corsa senza ombra di stanchezza. Questa volta avete proprio usato, per una volta nella vita, il carburante più adatto.

Questo fenomeno sarà ripreso e più diffusamente spiegato quando tratteremo di "Alimentazione e sports"

In particolare parleremo di ricarica dei carboidrati un buon sistema per non rimanere senza carburante ad alto numero di ottani proprio nel mezzo di una lunga o lunghissima performance.

Ricordiamo che la corsa è solamente un esempio: lo stesso fenomeno riguarderà tutte le cosiddette discipline aerobiche, quelle discipline, cioè, che impegna no a lungo ed a fondo il nostro sistema cardiovascolare come:

maratona, marcia, ciclismo, calcio, nuoto di durata, canottaggio sulle lunghe distanze, corsa prolungata, maratone aerobiche (quelle in cui persone dissennate si cimentano saltando e dimenandosi per ore ed ore accompagnate da ritmi frenetici che scambiano per musica) e via sudando senza remissione alcuna.

Se dovremo migliorare tono e/o massa muscolare dovremo assumere una quantità maggiore di proteine.

E' evidente che, poichè  per ottenere tono e massa più consistenti dovremo compiere un lavoro più impegnativo, avremo bisogno di più energia: dovremo, quindi, assumere necessariamente anche una maggior quantità di carboidrati.

Il tipico lavoro per aumentare tono e massa muscolare si basa, di norma, (come abbiamo visto diffusamente nel secondo volume della Collana "Quaderni di fitness" dedicato alle Capacità condizionali) sull'uso di carichi elevati che devo no essere vinti un limitato numero di volte.

Questo lavoro produce distruzione di materiale proteico che il nostro corpo ripristinerà sovracompensando solo nel caso, però, possa disporre del materiale necessario: nutrienti di origine proteica.

Allo stesso modo un muratore potrà rifare, migliorandone la stabilità, un muro abbattuto se avrà a disposizione mattoni di qualità adeguata e in quantità sufficiente.

Nella parte dedicata ad "Alimentazione e sports" parleremo anche di questo problema non certo marginale.

Chi si è dedicato a questo tipo di pratiche per necessità (Pesisti, lanciatori, velo cisti ecc.) per malintesa vanità (i bodybuilders esasperati) o per migliorare figura e prestazioni (i normali praticanti fitness), sa per esperienza che, per essere ingrado di sollevare decine e decine di tonnellate ad ogni seduta, bisogna essere in possesso, oltre che di una pazienza sovrumana, di una  energia sufficiente: ancora idrati di carbonio.

Come diremo ancora più e più volte gli idrati di carbonio (alla faccia di essi die

tologi, di riviste inaffidabili – quasi tutte- di stupide rubriche televisive e di ami ci ben disposti) devono formare la base fondamentale di ogni tipo di dieta, mas sime di quelle che riguardano tutti coloro che praticano sport  sia a livello professionistico, sia a livello amatoriale.

Tendenzialmente si può affermare che i tre tipi di nutrienti (protidi - lipidi - glu cidi) andrebbero assunti in proporzione: 1 - 2 - 4 il che significa che se assume remo il 15%  di protidi, dovremo assumere il 30% di lipidi ed il 60% di glucidi.

Sento già dei clamori lontani e qualche vicina, impietosa sghignazzata: l'Auto re, forse in preda ad ebbrezza, non ha calcolato che (15 + 30 + 60) portano ad un totale del 105%!

Proprio qui vi volevo: bisogna proprio eliminare cinque unità che toglieremo (ça va sans dire direbbero i nostri amici franciosi) ovviamente dai grassi.

L'unico modo per evitare di perdere tessuto magro (muscoli, tessuto proteico) è quello di esercitarlo assiduamente alimentandolo, nel contempo, in maniera adeguata.

Su questo principio ormai ovvio non ci dilungheremo: abbiamo certamente stu diato (quasi) a memoria i paragrafi precedenti che sono le necessarie premesse per giungere a questa conclusione.

Noteremo soltanto che appare assai difficile contemperare esigenze cosi diverse come perdere grasso (il che significa più movimento e/o meno nutrienti) e mantenere o migliorare massa e tono muscolare.

La cosa, però, non è impossibile come più innanzi vedremo. Per perdere grasso in modo stabile, senza poi riacquistarlo, è assolutamente necessario (o almeno consigliabile) aumentare la percentuale di peso muscolare.

Anche le migliori trasmissioni televisive sulla salute e sul mantenimento del pe so corporeo e cosi riviste e giornali (non tutti da buttare) mi hanno sempre sor preso per una grave mancanza di base: gli scarsi, distratti accenni al movimento non solo come mezzo fondamentale per riuscire a diminuire la percentuale di grasso corporeo, ma anche come fattore imprescindibile per poi mantenere i ri sultati raggiunti.

Abbiamo già più volte notato come all'adozione di dissennate diete ipocalori che, faccia sempre riscontro una netta diminuzione del metabolismo di base con conseguente veloce ripristino e, addirittura, peggioramento della situazione preesistente di sovrappeso: grasso che si aggiunge ad altro grasso.

Ciò non avverrebbe (o non sarebbe avvenuto) se:

1 - Avessimo accompagnato una dieta razionale con un adeguato esercizio fisico.

2 - Subito dopo il raggiungimento di un corretto peso corporeo, avessimo immediatamente iniziato a praticare esercizi fisici atti a favorire il miglioramento o il mantenimento sia di un ottimo tono muscolare che cardiovascolare.

Mi ha sempre sbalordito, infatti, sentire professori piuttosto noti, non solo parlare di medicinali come uno dei mezzi per ottenere una diminuzione del peso corporeo, ma  consigliare altri medicinali per il successivo periodo di mantenimento, quando basterebbe consigliare moto, moto e ancora moto che coinvolgendo tutte le strutture corporee, renderebbe assai più sano e funzionale il nostro orga nismo, proprio mentre stiamo perdendo grasso superfluo.

Anche se si trovasse qualche modo per perdere grasso in maniera stabile senza aumentare la quantità di uscite attraverso un incremento del movimento, (oggi si parla di un enzima chiamato chitina) avremmo risolto solo un problema.

Rimarrebbe irrisolto quello più importante: il miglioramento della salute che si potrà ricercare soltanto attraverso l'uso più costante e razionale di tutto il nostro corpo.

Pochi hanno capito, quasi nessuno in Italia, che fare del movimento ogni giorno dovrebbe essere considerato alla stregua dell'igiene personale: non possiamo la varci i denti (ed anche il resto del nostro corpo adiposo) solo a Natale o a Pa squa.

Allo stesso modo non possiamo fare del movimento solo nei quindici giorni l'an no in cui andiamo a farci rapinare in Centri o in Villaggi turistici dove il cliente è visto come una mucca (pazza) di razza non sempre pregiata, pronta per essere munta.

Anche il cosiddetto exploit della domenica  serve a nulla se non a metterci in ogni genere di pericoli: muscolari, tendinei, cardiovascolari.

Non si può imporre ad un organismo abitualmente sedentario una passeggiata in montagna di alcune ore o una corsa di dieci o venti chilometri, senza pregiu dicare il corretto funzionamento di tutti gli apparati corporei.

Non a caso la maggior parte dei traumi dovuti alla pratica dello sci da discesa (uno degli sports più pericolosi in assoluto) capitano proprio agli sciatori della domenica.

Anni fa, nella mia città, si svolgeva nei primi giorni di maggio, una singolare competizione denominata Venti miglia corrispondenti, come ben sapete, a circa 33 chilometri.

Il percorso era piuttosto spaventoso e comprendeva anche salite impegnative al cune delle quali vantavano pendenze che superavano il 20%, praticamente un muro.

I partecipanti erano molti, i livelli di efficienza fisica i più disparati, ma tutte le persone ragionevoli cercavano di avvicinarsi alla gara in buone condizioni, ini ziando la preparazione almeno due mesi prima.

Tutti dico, ma non gli sportivi della domenica che arrivavano alla partenza gras si, allegri, già ansimanti e vocianti per poi essere portati via dalle ambulanze dopo pochi chilometri di vacillanti sgambate.

E' evidente che più movimento ogni giorno (o almeno tre-quattro volte la setti mana) significa ottenere muscoli più tonici che, pesando assai di più rispetto al grasso perduto, faranno aumentare il nostro peso elevando cosi il nostro meta bolismo di base: questa è la via da seguire, invero assai semplice.

 

Un quesito che pongo spesso ad allievi ed amici (non sempre agli stessi, ovviamente) è il seguente:

"Chi consuma, secondo voi, più calorie nel corso di (poniamo) una settimana: i bodybuilders o i forsennati praticanti di ginnastiche aerobiche?"

Le risposte, date, talora, anche con qualche po' di sufficienza, sono quasi tutte  concordi: " Ovviamente i praticanti di ginnastiche aerobiche!"

Miei cari, volonterosi ragazzi dabbene (da "dabbene", ricordiamolo, deriva "dabbennaggine") avete, ancora una volta fornito una risposta profondamente, ineluttabilmente, tragicamente  errata!  Vediamo insieme perchè.

I dissennati praticanti di ginnastiche aerobiche (oltre a correre taluni rischi di non poco conto di cui prima o poi vi parlerò attirandomi, quasi certamente, tur bini di malevolenza e  di maledizioni) consumeranno di certo in ogni  ora di pratica della loro disciplina, più calorie di quante ne consumi un bodybuilder nello stesso periodo.

Il metabolismo dell' animalis aerobicus  rimarrà poi ancora accelerato per qual che tempo bruciando ancora in allegria un buon numero di calorie.

Ma l'aerobic-man non aerobicherà in continuazione, non può aerobicare in eter no: prima del suo cuore cederebbero, quasi certamente, i suoi timpani e la pa zienza dei suoi vicini di condominio.

Il bodybuilder, talora muscolato anche in modo spaventoso, brucerà una eleva ta quantità di calorie in continuazione, anche quando riposerà o dormirà e que sto (e non è poco!) senza fare alcun rumore: sono proprio i suoi muscoli da allievo-elefante che mantengono sempre eccezionalmente elevato il suo metabolismo basale.

Senza giungere a  questi eccessi, che non condivido, è assolutamente certo che soltanto un corpo molto muscoloso potrà rendervi più facile mantenere una cor retta percentuale di grasso corporeo, proprio perchè brucerà in continuazione più calorie di un corpo zeppo di adipociti in amore.

Credo che queste cose non siano gridate, anche agli angoli delle strade, per motivi poco confessabili. Ve ne accennerò due a caso:

1 - Molti medici e  quasi tutti i dietologi di queste cose sanno nulla.

2 - Se l'umanità, che non merita di certo la "u" maiuscola, si muovesse di più, si ammalerebbe di meno con conseguenze catastrofiche per medici, case farmaceutiche, dietologi, fisioterapisti, asl, ospedali e tutto il cerchio di avvoltoi che incombe e prospera sulle (future) aureole degli acciaccati.






 

 

 
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