Increduli.
Si, increduli.
Questa è la sensazione provata ieri pomeriggio
davanti ai televisori da milioni di persone.
11 settembre 2001, una data che segna la storia e la
coscienza del mondo.
Quattro aerei di linea sono stati dirottati, due si
sono schiantati contro le Torri gemelle del World
Trade Center a New York (poi crollate causando,
pare, dalle 10 mila alle 20 mila vittime), uno
contro il Pentagono (diverse centinaia di morti). Un
quarto aereo è precipitato in Pennsylvania non
lontano da Pittsburgh per cause ancora da accertare.Non è il frutto della creatività di uno
sceneggiatore di Hollywood, e le immagini che si
ripetono continuamente, in maniera quasi ossessiva,
su tutte le reti televisive non sono frutto degli
effetti speciali.
Fiamme, fuoco, enormi nubi di polvere, gente che si
lanciava nel vuoto, altri che si affacciavano alla
finestra per prendere una boccata d'aria o
sventolando fazzoletti bianchi alla disperata
ricerca di aiuto.
Cinicamente desensibilizzati, e abituati a vedere
violenze di ogni sorta tramite il filtro dello
schermo, inizialmente non abbiamo realizzato.
Il terrorismo internazionale ha colpito il cuore
dell'America e contemporaneamente quello di tutto il
mondo.
Migliaia di persone sono state uccise.
Erano manager, avvocati, poliziotti, vigili del
fuoco, baristi, impiegati.
Erano genitori, fratelli, sorelle, vicini di casa,
amici, civili.
Erano tutti americani. Erano tutti uomini.
In questo momento credo si possa dire che siamo
tutti americani.
Perchè chiunque appartenga alla società civile ha
il diritto ed il dovere di sentirsi indignato e di
far in modo che risvegliando la propria coscienza, e
le altrui se possibile, spinga la propria
famiglia,la propria città,il proprio stato ad
unirsi all'America.
Non è più una questione politica: non si tratta di
schierarsi a favore degli israeliani o degli arabi.
Non sappiamo se Arafat ed i Talebani siano stati
realmente dispiaciuti dell'accaduto quando hanno
comunicato la loro estraneità ai fatti (ricordiamo
che in alcune parti del mondo, tra cui Ramallah, si
è festeggiato bruciando bandiere americane ed
israeliane), ma crediamo che nessuno possa
giustificarlo.
Probabilmente qualcuno vuole scatenare una terza
guerra mondiale, basti pensare che Pearl Harbour,
l'oramai mitico attacco nel Pacifico, è stato di
entità minore rispetto a questo, che è avvenuto
sul suolo americano e nei confronti di civili.
Qualunque assurdo ideale abbia mosso questo gesto,
susciterà sicuramente la dura reazione degli U.S.A.
Bush nel suo discorso alla nazione ha dichiarato
che:
"Il nostro Paese è forte. Un grande popolo è
stato chiamato a difendere una grande nazione.
Gli attacchi terroristici possono minare le
fondamenta dei nostri edifici più grandi, ma non
possono toccare le fondamenta dell’America.
Possono piegare l’acciaio, ma non possono piegare
l’acciaio della determinazione
americana....."L’America è diventata un
obiettivo perché noi siamo il faro più brillante
nel mondo della libertà e delle possibilità
dell’avvenire. E nessuno impedirà a questa luce
di brillare. Oggi la nostra nazione ha visto il
male, il peggio della natura umana, e noi abbiamo
risposto con il meglio dell’America. Con il
coraggio dei nostri soccorritori, con la compassione
degli stranieri e dei vicini che sono venuti a
donarci il loro sangue e ad aiutare in tutti i modi
che hanno potuto...È un giorno nel quale tutti gli
americani si uniscono in questa determinazione per
la giustizia e la pace".
Non ci resta che dire : God Bless USA (CHE DiO
BENEDICA L'AMERICA).
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